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Bando con compenso di 1 euro. Oice grida allo scandalo

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Succede a Catanzaro. Il presidente Scicolone: “Scandaloso prevedere il sostanziale azzeramento dei compensi per importanti e complesse attività come quella che si intende affidare”

L’OICE, l’Associazione aderente a Confindustria che riunisce le organizzazioni di ingegneria e architettura italiane, prende posizione contro il bando per la redazione del piano strutturale del Comune di Catanzaro, che prevede il compenso simbolico di un euro e il rimborso delle spese, quantificate dal bando in una cifra massima di 250.000 euro: “Bisogna che si affronti seriamente il problema - afferma Gabriele Scicolone, Presidente OICE - perché, al di là delle congruità del rimborso, è complessivamente scandaloso prevedere il sostanziale azzeramento dei compensi per importanti e complesse attività come quella che si intende affidare. Pur comprendendo le difficoltà finanziarie dei comuni non è pensabile che siano professionisti, studi e società di ingegneria a finanziare le Amministrazioni”.

Su questo affidamento si era espressa a gennaio scorso la Corte dei Conti avallando il comportamento della stazione appaltante: “Abbiamo letto con attenzione la delibera della Corte dei Conti che cita la giurisprudenza della Cassazione senza, a nostro avviso, tenere conto del fatto che le esigenze dettate dall’interesse pubblico connesso alle prestazioni da affidare e, quando si tratti di progettazione, i superiori interessi di sicurezza e qualità, dovrebbero rendere non più attuali le motivazioni che hanno portato la Suprema Corte a sdoganare la gratuità delle prestazioni, finanche per acquisire la 'benevolenza del committente'. Possibile che non ci si renda conto che siamo in ben altri contesti in cui concorrenza, mercato, qualità e, infine, rispetto per il progettista devono essere al primo posto?”

In vista del decreto correttivo del codice dei contratti pubblici, l’OICE formula una precisa proposta: “Premesso che non condividiamo che nel decreto 50 non sia stata riprodotta la norma che vietava di subordinare i corrispettivi al finanziamento dell’opera, adesso occorre intervenire con decisione nel prossimo decreto correttivo, prevedendo l’obbligo di applicare il cosiddetto decreto parametri, a pena di nullità della procedura e dei contratti, aggiungendo un espresso divieto di fornire alle stazioni appaltanti progetti gratis. La progettazione ha una precisa valenza pubblicistica e non può essere affidata all’estro di un privato. Se davvero si vuole attuare il principio della centralità del progetto è giusto chiedere tanto al progettista, come impegno tecnico-professionale, ma si deve avere anche rispetto per l’attività che svolge”.

Infine rimane il problema del finanziamento dei progetti: “Per risolvere il problema della carenza dei fondi per le progettazioni si faccia in modo di fare funzionare i fondi come quello della Cassa Depositi e Prestiti lanciato anni fa nel presupposto, ribadito proprio dalla Corte dei Conti, che il denaro pubblico non si può sprecare su progettazioni che non discendano da verifiche positive di fattibilità tecnico-economica”.