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Il parere di FIRE sulla strategia UE per riscaldamento e raffrescamento

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Il rischio è di subire regole pensate in Paesi che hanno esigenze diverse da chi affaccia sul Mediterraneo. Ciò rende difficile anche valorizzare competenze e produzione nazionali

L’ing. Dario Di Santo, Direttore FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia), ha presentato presso le Commissioni VIII e X riunite della Camera dei Deputati il documento preparato dalla Federazione sulla strategia UE per il riscaldamento e raffreddamento.

Il documento e la relazione di accompagnamento contengono elementi interessanti, per quanto non sempre in linea con le esigenze di un Paese lungo e vario come il nostro. Nella presentazione sono stati evidenziati gli elementi più significativi e quelli critici sulle possibilità di sviluppo dell’efficienza energetica in relazione all’energia termica usata presso le utenze residenziali, del terziario e dell’industria.

La FIRE ha messo in evidenza come il documento COM(2016) 51 risente di un’impostazione centro-nord europea, come spesso accade in ragione della scarsa partecipazione degli stakeholder istituzionali e privati nazionali, sia in termini di presenza, sia di sostanza. Senza dedicare risorse adeguate a questi temi il rischio è di subire regole pensate in Paesi che hanno esigenze diverse da chi affaccia sul Mediterraneo (la stessa soluzione può presentare prestazioni differenti in contesti). Ciò rende difficile anche valorizzare competenze e produzione nazionali.

Tra gli aspetti più importanti del documento presentato in audizione ricordiamo: la giusta promozione delle fonti rinnovabili collegate agli usi finali e la generazione ad alto rendimento. Per ottenere i maggiori benefici è però opportuno che la loro adozione tenga conto degli interventi di riduzione dei consumi finali del cliente e sia con essi sinergica. La revisione delle tariffe elettriche giocherà un ruolo rilevante nella crescita di queste soluzioni. Inoltre, strumenti quali l’APE (Attestazione di Prestazione Energetica), i controlli sugli impianti termici e gli incentivi sono potenziali fonti di dati ricche e utili per la definizioni di strategie e politiche. Troppo spesso le informazioni raccolte non vengono utilizzate e la mancanza di database nazionalinon aiuta a condividere i risultati.

In fase conclusiva, secondo la Federazione, i leader di mercato a livello internazionale hanno avviato modelli di sviluppo del business basati sullo sfruttamento efficiente delle risorse, sull’economia circolare e sul ripensamento dei propri prodotti e servizi in modo da intercettare le sfide poste dall’Accordo di Parigi. L’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di traino in questi ambiti, non tanto proponendo obiettivi ambiziosi, quanto coltivando e sviluppando le risorse disponibili.

Clicca qui per scaricare la presentazione “Audizione presso le Commissioni VIII e X della Camera dei Deputati”
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