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Macchine movimento terra: cresce il segmento dei compatti

Macchine per costruzioni di
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In Italia, da gennaio a luglio 2016, sono stati acquistati 3.935 miniescavatori, il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita anche il comparto delle minipale gommate

Di dimensioni ridotte, efficiente, adatta ad operare anche nei cantieri in mezzo al traffico delle grandi città e sempre meno inquinante: nel mondo delle macchine movimento terra è la categoria dei “pesi piuma” a guidare la ripresa. Minipale e miniescavatori fino a 6 tonnellate continuano a guadagnare quote di mercato a livello mondiale, passate dal 15% delle vendite totali nel 2010 al 24% nel 2015.  Una tendenza che trova riscontro anche in Italia, come certificano i dati dell’Osservatorio Samoter di Veronafiere, realizzato in collaborazione con Prometeia e con il contributo informativo di Unacea.

Nel Paese, da gennaio a luglio 2016, sono stati acquistati 3.935 miniescavatori, il 24% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita anche il comparto delle minipale gommate con 342 unità vendute (+44%) e delle minipale cingolate con 286 unità (+41%).

Si tratta di numeri importanti che vanno comunque contestualizzati in uno scenario - come quello del movimento terra italiano - che ha perso dall’inizio della crisi del 2009 fino all’82% del proprio valore.

In ogni caso è un segnale positivo per il settore, in vista dell’appuntamento con la 30ª edizione di Samoter, il più importante salone nazionale dedicato a macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, in programma alla Fiera di Verona dal 22 al 25 febbraio 2017 (www.samoter.it).

Proprio al prossimo Samoter, il segmento “mini” sarà ben rappresentato da Eurocomach-Sampierana, Ihimer, Kubota (Gruppo E-Mac), Takeuchi (Midi Europe) e Yanmar, marchi internazionali leader che hanno già ufficializzato la presenza tra gli espositori.

Miniescavatori e minipale rispondono sempre meglio alle esigenze delle opere di manutenzione nei moderni contesti altamente urbanizzati di Europa e Stati Uniti. Servono infatti macchine efficienti per interventi poco invasivi, in grado di lavorare in spazi ristretti e in cantieri della durata di due o tre giorni. Il tutto senza dimenticare la sostenibilità: le nuove generazioni di mezzi possono abbattere di oltre il 90% il particolato dei gas di scarico, rispetto ai motori montati prima del 1996.