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Piano Casa: ecco cosa chiedono gli architetti italiani

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Piano Casa: ecco cosa chiedono gli architetti italiani
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Sul Piano Casa, è condivisa l’attenzione per il recupero del patrimonio edilizio. Ma gli architetti non si limitano a questo e indicano la via da seguire

L’iter attraverso cui sta prendendo forma il nuovo Piano Casa interessa da vicino gli architetti italiani. Il Consiglio Nazionale ha detto la sua in merito, riportando l’attenzione anche sul Testo Unico dell’Edilizia. Scopriamo di più.

“Condividiamo l’attenzione del MIT per il recupero del patrimonio edilizio come risposta al problema del disagio abitativo e riteniamo che l’esigenza di una definizione legislativa di semplificazioni procedurali per dare risposta, in tempi brevi, alle esigenze emerse nei territori non debba risultare pregiudizievole di un disegno organico di riordino di tutta la normativa edilizia. Per questo motivo auspichiamo che la formulazione del Nuovo Piano Casa proceda di pari passo con la definizione della riforma del Testo Unico dell’Edilizia. Riforma urgente e non più differibile, sia per la difficoltà di sintesi tra vecchie leggi urbanistiche e normativa edilizia sia per la necessità di una attualizzazione normativa in risposta alle esigenze di semplificazione e razionalizzazione in grado di supportare un futuro sostenibile per il nostro Paese”. Così Massimo Crusi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC).

“Questa - sottolinea - deve essere la strategia per affrontare l’attualissimo tema della risoluzione delle piccole difformità edilizie e dell’accertamento di legittimità degli immobili che, secondo quanto annunciato dal Ministro Salvini, mira a rispondere alla  necessità di rendere disponibili un maggior numero di unità residenziali per far fronte al fabbisogno abitativo. Agevolare l’operatività edilizia per molti fabbricati che risultano bloccati per la mancanza di risposta alle richieste di accertamento dello stato legittimo non deve essere l’ennesimo intervento tampone, ma deve rientrare nella riforma complessiva ed organica della normativa per il settore edilizio, che va realizzata in tempi brevi”.

“Stop a decretazioni d’urgenza”

Per Anna Buzzacchi, Responsabile del Dipartimento Patrimonio culturale, ambiente e sostenibilità e componente per il CNAPPC  del Tavolo per il Piano Casa “condividiamo la necessità di provvedere in tempi brevi a semplificazioni procedurali, rileviamo tuttavia che la mancanza di organicità della normativa vigente è in gran parte frutto di numerosi interventi di modifica, spesso attuati nel tempo con decretazioni d’urgenza, finalizzati a supportare il comparto economico dell’edilizia e a snellire gli aspetti procedurali, che, nei fatti, hanno prodotto scarsa chiarezza interpretativa. L’interesse pubblico per la rimozione di incertezze giuridiche in merito alla risoluzione di piccole difformità e per l’accertamento di legittimità degli immobili comporta, invece, che le definizioni legislative abbiano valore di norma unica per tutto il territorio nazionale e che siano all’interno della riforma della normativa edilizia esistente”.

Il CNAPPC, mentre si riserva di conoscere il provvedimento annunciato dal Ministro Salvini per il superamento delle piccole irregolarità edilizie,  si augura che in tempi rapidi vengano ripresi i lavori per la riforma del Testo Unico dell’Edilizia, al quale è pronto a dare un fattivo contributo e che, sempre in tempi rapidi, si giunga alla definizione del Piano Casa..

 

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