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Presentato il programma di lavoro ‘Città accessibili a tutti’

Urbanistica di
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Prevista la predisposizione di un call for paper per raccogliere pratiche positive e negative sull’accessibilità, da presentare l’anno prossimo alla Biennale dello spazio pubblico

Uno spazio collaborativo aperto, promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, nell’ambito del quale esperti e associazioni potranno elaborare applicazioni e soluzioni per migliorare l’accessibilità delle nostre città. E’ il programma di lavoro “Città accessibili a tutti”, presentato alla Sala Aldo Moro di Montecitorio a Roma, in un evento sostenuto dalla vicepresidente della Camera Marina Sereni. “Città accessibili a tutti” è parte integrante del “Progetto Paese” lanciato dall’Inu a Cagliari, nell’aprile scorso, nel suo ventinovesimo Congresso.

L’iniziativa di Montecitorio è stata coordinata da Iginio Rossi, membro della Giunta esecutiva dell’Inu, che ha promosso il programma di lavoro. Vi hanno preso parte rappresentanti delle organizzazioni e delle sigle che hanno offerto da subito la loro disponibilità e il loro impegno: il Laboratorio sperimentale sulla rigenerazione urbana di Anci e Confcommercio, il Festival per le città accessibili di Foligno, il Marchio Qualità Design for All Italia, il Consiglio nazionale degli architetti, il Master Progettare per tutti dell’Università La Sapienza.

Iginio Rossi nell’illustrare le finalità e la filosofia di “Città accessibili a tutti” ne ha messo in luce l’approccio unitario al problema e la continuità di lavoro, tanto che il programma si snoderà su un percorso di due anni. Ci sarà una parte nazionale, che comprenderà la predisposizione di un call for paper per raccogliere pratiche positive e negative sull’accessibilità, da presentare l’anno prossimo alla Biennale dello spazio pubblico, evento promosso dall’Inu a Roma. Previsto anche un altro passaggio pubblico a Urbanpromo - la manifestazione sulla rigenerazione urbana organizzata da Inu e Urbit - prima del “compendio” finale del 2018 che comunque, ha spiegato Rossi, servirà a dare il là a un auspicabile secondo ciclo di lavoro. Previste poi nel corso del biennio una serie di iniziative di rilevanza locale, che si innesteranno su eventi e manifestazioni già consolidate: si comincia a settembre con il Festival per le città accessibili di Foligno.

La vicepresidente Inu, Marisa Fantin, ha messo in luce la forte connessione di intenti e obiettivi del programma con il Progetto Paese nel suo complesso, del quale ha raccontato che “lanciarlo e lavorarci è una innovazione nella nostra storia: noi siamo legati al piano, ora introduciamo un’azione di tipo progettuale, che prevede il confronto con le soluzioni possibili. Non pensiamo, come nell’elaborazione di un piano, che la soluzione stia nella regola, ma che la regola, assieme alla conoscenza, possa essere uno strumento”. E’ questa la cornice di metodo, ha spiegato Fantin,  entro cui si sviluppa “Città accessibili a tutti”: “L’accessibilità di una città dovrebbe esserne una componente centrale, da intendere non solo in senso fisico, ma ampio e pervasivo: accessibilità è benessere, libertà, solidarietà, scambio. Rientra a pieno titolo nel concetto di qualità urbana, che finora abbiamo valutato e misurato sulla base di standard urbanistici codificati per l’espansione edilizia. Ora occorre ripensare gli spazi pubblici, pensare a degli spazi di vita che siano di qualità, per tutti”.

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