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Affidamenti diretti: gli architetti dicono no ai ribassi

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Affidamenti diretti: gli architetti dicono no ai ribassi
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Dopo la lettera ai Ministri Giorgetti, Salvini e Calderone, il Cnappc interviene ancora sul tema del ribasso negli affidamenti diretti. Scopriamo di più

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori torna a far sentire la propria voce riguardo all’applicazione del ribasso negli affidamenti diretti. Secondo il Cnappc, è illegittima. Andiamo a scoprire perché.

Dopo la lettera inviata ai Ministri Giorgetti, Salvini e Calderone per sollecitare un intervento correttivo per uniformare i contenuti del nuovo Codice dei contratti alla Legge sull’Equo compenso (ed evitare così ambiguità interpretative, contenziosi, aumenti di spesa, rallentamento o paralisi totale degli affidamenti dei Servizi di Architettura e Ingegneria) il Consiglio Nazionale degli Architetti si è rivolto questa volta rivolto alle Stazioni appaltanti.

In una nota, inviata anche ai 105 Ordini territoriali, il CNAPPC sottolinea l’illegittimità dell’applicazione di un ribasso rispetto ai corrispettivi fissati dal Decreto Parametri negli affidamenti diretti, e quindi sotto soglia, dei Servizi di Architettura e di Ingegneria.

I motivi dell’illegittimità dei ribassi

Illegittimità che deriva non solo  dalla legge sull’Equo compenso, ma  dallo stesso nuovo Codice dei Contratti, che, a differenza del vecchio testo, considera inderogabile il Decreto Parametri .

Nella nota si sottolinea che qualora la stazione appaltante, a seguito di apposita segnalazione, non dovesse adeguarsi al nuovo Codice e alla Legge sull’Equo compenso, il CNAPPC, di concerto con l’Ordine competente per territorio, si riserva di mettere in atto tutte le iniziative previste per la tutela di quest’ultima.

 

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