La rigenerazione urbana è tornata al centro del dibattito nazionale: non più un tema solo tecnico, ma una vera sfida sociale, economica e ambientale. A Modena, esperti e istituzioni si sono confrontati su come trasformare le città italiane senza consumare nuovo suolo, valorizzando al tempo stesso edilizia pubblica e coesione sociale. È questo il cuore del secondo appuntamento di “Traiettorie urbane e territoriali”, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) con il CeNSU e l’Ordine degli Ingegneri di Modena, con il patrocinio dell’Università UNIMORE, ANCE e della Federazione regionale degli Ordini.
Ad aprire i lavori Michele Bonaretti, seguito dagli interventi delle autorità locali e dal saluto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Irene Sassetti, consigliera CNI e ideatrice dell’iniziativa, ha evidenziato come “la rigenerazione urbana si lega in maniera indissolubile alla dimensione sociale”, sottolineando la necessità di “una visione integrata che unisca aspetti tecnici, culturali e ambientali”. Dalla collaborazione tra CNI e CeNSU sono emerse anche proposte di modifica al disegno di legge in discussione.
Rigenerazione urbana: gli altri interventi di Modena
Sul piano politico, il senatore Roberto Rosso ha illustrato i contenuti del nuovo ddl: un testo unico nato dall’unione di otto proposte, che punta a superare la frammentazione normativa. Previsti incentivi fiscali, premi per la demolizione e ricostruzione, delocalizzazioni in aree a rischio e un fondo nazionale da 3,4 miliardi di euro per dieci anni.
Durante la tavola rotonda, il vicepresidente ANCE, Stefano Betti, ha ricordato l’urgenza di “riformare una normativa urbanistica ferma agli anni ’40”, mentre l’assessore regionale Giovanni Paglia ha richiamato l’attenzione sugli impatti sociali: “Senza una valutazione dei costi umani, nessuna riqualificazione può dirsi riuscita”.
Il pomeriggio si è concentrato su due temi cruciali. Il primo: consumo del suolo e forestazione urbana, con l’analisi di progetti come GeoClimate dell’ISPRA e le esperienze di Bologna, Reggio Emilia e Prato. Il secondo: edilizia residenziale pubblica, dove è emerso il bisogno di almeno 600.000 nuove abitazioni a prezzi accessibili. Tra gli esempi virtuosi, la “Casa dei Mille” di Parma e il concorso di progettazione di Acer Modena a Carpi.
Una giornata intensa, segnata da un messaggio condiviso: la rigenerazione urbana non può limitarsi a trasformare gli spazi, ma deve restituire alle città la capacità di includere, innovare e generare futuro.
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