Ridurre al minimo i rischi senza mai abbassare la guardia: è questo l’obiettivo centrale della sicurezza sul lavoro, tema protagonista a Firenze durante l’evento “Sicurezza sul lavoro negli ambienti confinati e nelle grandi opere”, secondo appuntamento della 13ª Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dall’Ordine degli Ingegneri di Firenze.
Tiziana Petrillo, Consigliera del CNI con delega alla sicurezza e promotrice della Giornata, ha aperto i lavori sottolineando l’importanza di un approccio tecnico e legislativo integrato. “Il nostro lavoro quotidiano nei cantieri è come un’opera d’arte: richiede competenza, passione e attenzione ai dettagli, perché ogni scelta può salvare vite”, ha spiegato. Il focus dell’incontro ha riguardato due ambiti critici: gli ambienti confinati e le grandi opere, contesti complessi per natura dei rischi, tecnologie impiegate e organizzazione del lavoro. La Petrillo ha rimarcato la necessità di un Titolo dedicato nel D.Lgs. 81/2008 per gli spazi confinati, allineato alla recente norma UNI 11958:2024, trasformando indicazioni tecniche in obblighi vincolanti.
Sicurezza sul lavoro, subappalti e grandi opere
Il convegno ha poi approfondito l’impatto dei subappalti sulle grandi opere. “Nelle catene troppo lunghe la responsabilità si diluisce e la sicurezza rischia di essere sacrificata”, ha aggiunto Petrillo, evidenziando come la formazione e la supervisione siano strumenti imprescindibili.
I saluti istituzionali hanno sottolineato l’impegno del CNI nella promozione della cultura della prevenzione. Tra gli intervenuti: Eugenio Giani, Vincenzo Pizzolo, Francesco Pistone, Claudia Nati e Stefano Marconi, che ha ricordato come “la tutela della sicurezza sia un valore etico comune non negoziabile”.
Durante la sessione mattutina, dedicata agli ambienti confinati, il dibattito ha evidenziato due linee guida: il passaggio dalla frammentazione normativa a un approccio sistematico e l’innovazione territoriale nella prevenzione. Grazie alla UNI 11958:2024, oggi è possibile definire chiaramente gli spazi confinati, i ruoli dei lavoratori e le procedure operative. La Toscana, con la notifica preliminare regionale, ha creato un modello di intelligence preventiva per mappare e monitorare in tempo reale le situazioni critiche, trasformando le regole in prassi operative concrete.
Nel pomeriggio il focus si è spostato sulle grandi opere e sui modelli organizzativi innovativi. Dai dispositivi di protezione intelligenti alla gestione delle filiere complesse, dai viadotti alle infrastrutture urbane, è emerso che la sicurezza funziona solo se ogni attore della filiera sente la propria responsabilità. Tre casi studio (alta velocità, tramvia e porto) hanno dimostrato come formazione continua, tecnologia e coordinamento possano trasformare la prevenzione in risultati concreti.
Gli ingegneri confermano il ruolo da protagonisti nel cambiamento: il percorso avviato a Firenze proseguirà il 26 novembre a Roma, con la terza tappa della 13ª Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza, per consolidare strumenti, competenze e modelli replicabili su tutto il territorio nazionale.
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