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Architetti: nessuna riduzione del 50% dell’obbligo formativo

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Il numero di 90 crediti era stato indicato all’inizio del triennio sperimentale nel corso del quale, invece, si è avuto modo di verificare che 60 crediti sono ampiamente sufficienti e idonei

È assolutamente falsa la notizia, diffusa da alcuni siti di settore, secondo la quale gli architetti italiani avrebbero “autoridotto” del 50% l'obbligo dei crediti formativi. Stupisce il madornale errore di aritmetica (una riduzione da 90 a 60 crediti non è, ovviamente, pari al 50%) sul quale questa fuorviante e capziosa notizia si basa. Va sottolineato che il numero di 90 crediti era stato indicato all’inizio del triennio sperimentale nel corso del quale si è, invece, avuto modo di verificare che il numero di 60 crediti si è rivelato ampiamente sufficiente ed idoneo - considerato l’alto livello qualitativo dell’offerta formativa - a coprire in modo esaustivo tutte le esigenze formative previste dalla norma”. Così il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Il nuovo Consiglio Nazionale - viene ricordato - ha iniziato, subito dopo l’insediamento, un percorso di confronto con tutti gli Ordini italiani finalizzato a semplificare, in seguito all’esperienza del primo triennio, il sistema di regole che governano l’aggiornamento professionale continuo con proposte di modifica sia del 'Regolamento per l’aggiornamento e sviluppo professionale continuo', che delle relative Linee guida. Tra le principali modifiche proposte proprio la conferma del numero minimo di 60 crediti da acquisire nel triennio, la semplificazione delle procedure, l’omogeneizzazione dell’attribuzione dei crediti (1 ora = 1 cfp), maggiori verifiche sulla qualità della formazione”.

“Gli obiettivi in via di definizione nel breve periodo riguardano anche l’implementazione degli strumenti di gestione della formazione attraverso la piattaforma del Consiglio Nazionale per rendere più agevole l’interscambio tra le offerte formative elaborate dai vari Ordini e la trasformazione della stessa piattaforma in una potenziale vetrina della professionalità e delle competenze specifiche degli iscritti attraverso la pubblicazione del curriculum individuale della formazione”.

“Nonostante alcune difficoltà operative iniziali, il bilancio di questo primo triennio può considerarsi senz’altro positivo grazie al grande lavoro della rete degli Ordini e del Consiglio Nazionale, finalizzato a garantire una proposta formativa ampia e di qualità ed in grado di rispondere alle esigenze di tutti gli iscritti”.

“Va sottolineato - conclude - che la nostra professione richiede l’acquisizione costante di nuove competenze tecniche e culturali e la formazione continua rappresenta sicuramente un importante strumento di aggiornamento capace di rispondere all’esigenza di fare propri nuovi saperi insita nel dna degli architetti”.