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BIM: a quando regole certe per la digitalizzazione?

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BIM: a quando regole certe per la digitalizzazione?
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Dopo la crescita del 2018 (+263,9% sul 2017), nel 2019 si registra un ulteriore balzo del 58,3% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente

Il BIM, Building Information Modeling, sta conoscendo uno straordinario sviluppo. Per rendersene conto basta dare un’occhiata ai dati del terzo Rapporto OICE  sulle gare pubbliche 2019 che prevedono l’utilizzo delle metodologie digitali BIM nell’ambito delle procedure di affidamento di servizi di ingegneria e architettura.

Dopo la crescita del 2018 (+263,9% sul 2017), nel 2019 si registra un ulteriore balzo del 58,3% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente e si vede come progetti in BIM siano chiesti anche per importanti accordi quadro.

Nel 2019 sono stati pubblicati 478 bandi BIM; in valore si tratta di 296,3 milioni di euro, rispetto al totale di 1.502 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 19,7% del totale). Altro dato di rilievo riguarda l’aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2019 sono stati 110, pari al 23% del totale delle gare BIM, mentre erano stati soltanto 36 nel 2018, pari all’11,9% delle gare pubblicate. Interessante anche il più frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i BIM Manager e i BIM Specialist da inserire nel team di progettazione, a volte anche con richiesta di competenze certificate.

BIM: cosa fare per assicurare omogeneità e correttezza?

Per il presidente OICE, Gabriele Scicolone: “Ormai il BIM è una realtà consolidata presso gli operatori economici, siano essi le società di progettazione, o le grandi imprese, o ancora le stazioni appaltanti e committenze, vuoi pubbliche vuoi private, strutturate. Una realtà che pone l’asticella ancora più in alto, come è giusto che sia, in questi anni pionieristici per quanto attiene alle 'frontiere del digitale', che sono frontiere fluide, come fluido è l’orizzonte dell’innovazione tecnologica. Adesso però chiediamo che con il nuovo regolamento si recepiscano i contenuti del d.m. 560 per dare stabilità e certezza di regole”.

Per Francesca Federzoni, consigliere OICE, il punto è che “ancora bisogna fare molto per assicurare omogeneità e correttezza degli atti di gara. Sono ancora molte le amministrazioni che richiamano il BIM più per 'moda' che per una reale esigenza e, anche se in aumento, i capitolati informativi dovrebbero essere sempre presenti. È necessario un grande sforzo di formazione e di cultura internamente alle stazioni appaltanti e per questo l’OICE è a disposizione mettendo a disposizione il know how dei propri associati”.