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Lazio: parere favorevole della Commissione Urbanistica alle modifiche al Piano Casa

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Cambiate le norme che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe con relativo premio di cubatura, restituendo centralità ai Comuni


Parere favorevole a maggioranza dalla commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Pd), alla seconda delle due proposte di legge che modificano il Piano casa della Regione Lazio.

Si tratta della numero 75, quella che contiene le modifiche volute dalla Giunta regionale. In particolare vengono cambiate le norme del vecchio piano casa che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe - in particolare i cambi di destinazione d'uso - con relativo premio di cubatura, restituendo centralita' ai Comuni.

In secondo luogo vengono cambiate le norme sull'housing sociale, anche rispondendo alle sollecitazioni arrivate dagli operatori nelle audizioni. Si favoriscono, poi, tutti gli interventi sulla ''citta' costruita'' - demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d'uso - la cosiddetta rigenerazione urbana, anche attraverso la semplificazione delle norme, in maniera da ridurre il consumo di suolo.

Infine vengono modificate anche le norme che riguardano le imprese agricole che avranno la possibilita' di fare interventi all'interno dei piani aziendali, dando la possibilita' di demolizioni e ricostruzioni, senza modificare la destinazione agricola delle aree in questione. Il presidente Panunzi ha espresso ''viva soddisfazione per un impegno che aveva preso la Giunta e che la commissione ha portato a compimento, in tempi rapidi e in un positivo clima di collaborazione. Ora dobbiamo arrivare velocemente al voto del Consiglio regionale''.

Adesso, infatti, la legge dovra' arrivare in aula per avere l'approvazione definitiva. Sara' discussa - ha spiegato ancora il presidente Panunzi - insieme alla proposta numero 76, quella che contiene le norme concordate fra la Giunta e il ministero dei Beni culturali, in maniera da evitare il contenzioso avviato dal ministero stesso di fronte alla Corte costituzionale.