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Le case degli italiani consumano troppo

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Nel nostro Paese il settore residenziale determina il 27,8% dei consumi energetici, 2,1 punti percentuali in più rispetto alla media dell’Unione Europea

Le case degli italiani consumano più energia rispetto alla media europea. Lo dice uno studio di Confartigianato presentato ad Aedifica, evento dedicato all’innovazione nel settore Costruzioni.

La comparazione europea dei bilanci energetici mostra che in Italia, tra i maggiori comparti, il Trasporto determina il 33,7% dei consumi di energia, il Residenziale il 27,8%, l’Industria il 22,6% e i Servizi il 13,3%. L’Italia presenta una quota più elevata rispetto all’Ue a 28 di 2,1 punti percentuali nel Residenziale e di 0,5 punti nel Trasporto, mentre registra una quota inferiore di 2,4 punti nell’Industria e di 0,2 punti nei Servizi.

L’intensità energetica del settore residenziale nel lungo periodo presenta una tendenza alla crescita: tra il 2000 e il 2016 il rapporto tra consumi energetici e spesa delle famiglie sale del 14,6%, mentre nello stesso periodo nell’Unione europea scende del 19,3%. Sulla tendenza alla stabilizzazione della domanda di energia del Residenziale nel corso degli ultimi anni hanno inciso gli investimenti sostenuti dagli incentivi fiscali: dall’introduzione dell’ecobonus, nel 2007, sono state trasmesse 2.863.671 richieste di detrazione fiscale per la riqualificazione energetica per una spesa cumulata di 31.425 milioni di euro, con una media di 3.143 milioni di euro all’anno. Sui consumi energetici del settore Residenziale pesa l’età elevata del patrimonio immobiliare: oltre la metà degli edifici sono stati costruiti prima degli anni Settanta, antecedenti agli shock energetici del 1973 e del 1979 e nel 2016 gli immobili costruiti prima del 1970 concentrano il 57,6% degli investimenti del 2016 sostenuti dall’ecobonus, equivalente ad una spesa di 1.906 milioni di euro.

Nell’analisi di Confartigianato si evidenzia che nella filiera del sistema casa è attivo 1 milione di imprese, con un’occupazione di 2,2 milioni di addetti, il 13,6% dell’occupazione delle imprese italiane. La filiera integra le imprese delle costruzioni (edilizia e installazione impianti) con le attività immobiliari, gli studi di architettura ed ingegneria e con alcuni settori manifatturieri quali legno, materiali da costruzione, cemento e calce, calcestruzzi, taglio delle pietre ed elementi da costruzione in metallo.

Inoltre l’analisi evidenzia alcuni segnali di lenta ripresa del comparto dopo una lunga e profonda recessione. Sul lato dell’offerta nel 2017 la produzione delle Costruzioni in Italia, dopo 9 anni consecutivi di calo, torna in territorio positivo (+0,3%), pur con un ritmo di crescita sensibilmente inferiore alla media dell’Eurozona (+2,4%); sul lato della domanda nel 2017 gli investimenti in Costruzioni salgono dell’1,1%, consolidando la ripresa (+1,2%) del 2016.