30 anni fa in Sicilia veniva realizzata la prima centrale solare termoelettrica

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
L'impianto, denominato Eurelios, fu realizzato nel 1981 nell'ambito del programma di ricerca e sviluppo della Commissione dopodiché, una volta finite le sperimentazioni, rimase fermo e recentemente è stato donato al Museo dell’Industria e del Lavoro.


Trenta anni fa, il 14 aprile 1981, fu messa in esercizio, ad Adrano in Sicilia, nella terra della legenda degli specchi ustori di Archimede, la prima centrale solare termoelettrica (detta anche a concentrazione solare termica o solare termodinamica) al mondo per la produzione dienergia elettrica dal calore del sole.

Decine di specchi riflettevano la radiazione solare su una caldaia piena d’acqua posta sulla sommità di una torre. Quando la luce del sole colpiva la caldaia, l’acqua all’interno veniva riscaldata e generava vapore ad alta pressione e temperatura. Il vapore veniva quindi convogliato per azionare una turbina, la quale a sua volta azionava un generatore elettrico, allo stesso modo di quanto accade in un impianto convenzionale dove il vapore è prodotto dal calore dalla combustione di carbone, petrolio e gas o dalla fissione nucleare.

Eurelios, questo il nome dell’impianto, del tipo cosiddetto a torre e campo specchi o anche semplicemente a torre, della potenza di 1 MWe, fu concepito e progettato in base ai pionieristici studi teorici e sperimentali condotti a cominciare dai primi anni sessanta del Novecento dal Prof. Giovanni Francia (nato a Torino 1911 e morto a Genova 1980) presso la stazione di S.Ilario vicino a Genova.

Realizzato nell’ambito del programma di ricerca e sviluppo della Commissione Europea, finanziato dalla Comunità Europea e dai governi di Francia, Germania e Italia, costruito con la partecipazione di più industrie europee, Eurelios ebbe nell’ENEL il principale artefice e rappresentò un valido esempio di collaborazione europea.

Una volta terminate le sperimentazioni nel 1985, Eurelios rimase ad arruginirsi all’aria per 25 anni. Tra la fine del 2010 e marzo 2011 l’ENEL lo ha smantellato e su proposta del Gruppo per la storia dell’energia solare (www.gses.it) ne ha consentito il recupero di un importante suo componente, la caldaia solare o ricevitore, che ha donato al Museo dell’Industria e del Lavoro (MusIL) (www.musil.bs.it) perché vi sia conservato e musealizzato affinché la memoria funga da stimolo per il futuro.

In Italia, quindi, la storia della caldaia solare di Eurelios prosegue oggi nella sede del MusIL di Cedegolo-Valle Camonica (Brescia), con la collaborazione dell’architetto Giorgio Lorenzato, il quale 34 anni fa, giovane laureato del Politecnico di Milano presso la BREDA TERMOMECCANICA, era a fianco del compianto ing. Giancarlo Scavizzi a progettare la caldaia di Eurelios.

Ben diversa è l’eredità di Eurelios negli USA. Dal mese di ottobre 2010, la BrightSource Energy (www.brightsourceenergy.com), una ‘start-up’ ad alta tecnologia statunitense, sta costruendo nel deserto della California l’Ivanpah Solar Electric Generating Station (ISEGS), la più grande centrale solare al mondo a torre e campo specchi, la quale è basata sugli stessi principi applicati all’impianto Eurelios inventati da Giovanni Francia e la cui caldaia solare prototipo, sperimentata con successo sin dal 2008 nel deserto del Negev in Israele, è stata anch’essa progettata con il contributo di Giorgio Lorenzato e Giancarlo Scavizzi.

Questi alcuni numeri dell’ISEGS: potenza lorda turbina 392,0 MW; potenza netta turbina 370.0 MW; efficienza netta da solare a elettricità 20,00 %; radiazione solare nel sito 2.717 kWh/m2/anno; superficie occupata dagli eliostati 13 km²; numero eliostati 173.500; superficie singolo eliostato 14,08 m²; costo campo solare 160 $/ m²; altezza della torre 150 m; lavoratori impiegati nel corso della costruzione dell’impianto n. 1.896; per esercizio e manutenzione n. 90; entrata in esercizio prevista 13 ottobre 2013.

L’ISEGS è finanziato con un mutuo garantito del Department of Energy degli Stati Uniti di 1,6 miliardi di dollari. Importanti multinazionali statunitensi, tra le quali Google, hanno investito nella BrightSource Energy e con essa collaborano nella costruzione dell’impianto di Ivanpah leader industriali come la Bechtel.

Si tratta di un’impresa, trent’anni dopo quella di Eurelios, che promette di aprire la strada alla costruzione nel mondo di grandi impianti solari termodinamici. Solo nel portafoglio progetti della BrightSource Energy negli USA si contano impianti per un potenza totale di 2.600 MWe.

Trent’anni dopo in Italia, al contrario, è persino incerto se riusciremo a trovare i fondi necessari per la musealizzazione e l’esposizione della storica caldaia solare di Eurelios presso il MusIL, per le quali il GSES sollecita pertanto donazioni e sostegno con la firma del 5 per mille IRPEF (www.gses.it).


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