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Agriturismo eco-biologico e paesaggio

Energie rinnovabili di
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Biancamaria Rizzo, Istituto Nazionale di Urbanistica.


La strategia che negli ultimi anni l’Unione Europea ha fatto propria riguardo al settore dell’agricoltura è quella della “multifunzionalità”.

Il prevedibile scenario è quello di un  paesaggio rurale che si arricchisce di nuovi “segni”, accogliendo attività “altre”  rispetto alle tradizionali coltivazioni agricole. Il passaggio dalla produzione di beni di consumo  alla produzione di servizi, legati al presidio ambientale o  alla diversificazione turistica o alla ricerca, si presenta con una duplice faccia: da una parte, comporta la rivitalizzazione di un territorio altrimenti destinato all’abbandono o all’urbanizzazione selvaggia, dall’altra, pone il rischio di snaturarne l’identità paesaggistica.

Una possibile soluzione per coniugare questi due aspetti in maniera virtuosa è cercare di rendere le ragioni produttive ed economiche compatibili con quelle ambientali e paesaggistiche. Questo è l’approccio seguito da una nuova forma di turismo rurale: l’agriturismo bio-ecologico. L’obiettivo è perseguire una "strategia integrata" per l’attività turistica in ambito rurale e, a tal fine, l’Associazione Italiana Agriturismo Bioecologico - AIAB ha avviato nel 1998 il Programma Nazionale Turismo Sostenibile, predisponendo uno specifico disciplinare relativo agli Agriturismi bio-ecologici. 

Di fatto, la realizzazione di programmi di turismo sostenibile nell’ambito di un territorio rurale richiede di coordinare e gestire obiettivi ed esigenze diverse, interagenti e interdipendenti tra loro. Promuovere tale programma richiede una elevata capacità di integrare saperi e competenze, normalmente considerati separati da un punto di vista funzionale, per giungere alla definizione di una modalità operativa comune.  Il disciplinare per gli Agriturismi Bioecologici tenta di rendere concreto ed operativo il concetto di “integrazione”, definendo l’attività agrituristica come insieme di requisiti definiti per le seguenti aree tematiche: 1) attività produttive, 2) servizi naturalistici e didattici, 3) tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, 4) strutture ricettive, 5) dotazioni e servizi ricettivi, 6) servizi turistici, 7) ristorazione e vendita dei prodotti, 8) trasporti e viabilità.

Per ciascuna delle aree che compongono il disciplinare, sono stati definiti dei requisiti qualitativi che caratterizzano la gestione delle attività agrituristiche in termini di sostenibilità ambientale e tengono conto degli aspetti più tipici di questa particolare offerta turistica, i quali sono connessi ad una agricoltura “pulita”, alla cura dell’ambiente e del paesaggio, alle valorizzazione delle produzioni tipiche e della tradizione e cultura dei luoghi dove essa si sviluppa. I requisiti sopra richiamati si distinguono in obbligatori, ovvero predeterminati e necessari per ciascun livello di classificazione, e facoltativi, ossia tra loro sostituibili, concorrenti alla formazione del punteggio complessivo in base al quale viene determinata la classe di qualità di ogni singola azienda agrituristica.



* Questo articolo è tratto da Comunicare Energia, N° 1 Gen-Feb 2011.

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