Dovrebbe essere varato il 6 maggio, data indicata per il Consiglio dei Ministri, il decreto legge per accelerare la crescita economica che prevede, tra l'altro, una serie di misure finalizzate a semplificare il settore dell'edilizia pubblica e privata.
Queste le misure di maggior interesse del provvedimento:
APPALTI
- inserimento di un limite alle riserve che le imprese possono proporre; il fine è quello di evitare la variazione del progetto originario e aumentare i costi;
- divieto di arbitrato per i lavori pubblici; l'utilizzo esasperato dell'arbitrato ha visto, ad oggi, le PP.AA. soccombere nel 90% dei casi con il conseguente pagamento di costi elevatissimi;
- stop anche alle liti temerarie, cioè quelle intentate al solo fine di bloccare l'iter dell'aggiudicazione; in tal caso è previsto che l'impresa soccombente in giudizio, dovrà pagare tutte le spese processuali oltre ad una sanzione (ancora in via di definizione). L'obiettivo è quello di ridurre il contenzioso;
- previsione, per la trattativa privata, di una soglia intermedia di 1 miliardo di euro tra gli attuali 500 mila euro e l'1,5 miliardi (soglia quest'ultima prevista nel DDL AS 2626 sulla Libertà d'impresa) con la consultazione minima di 10 imprese da parte dell'amministrazione appaltante;
- estensione dell'esclusione automatica delle offerte anomale per gli appalti tra 1 milione e 5 milioni di euro.
PIANO CASA
- riforma dell'art. 10 punto c del testo del DPR 380/2001 (Testo Unico Edilizia): per la ristrutturazione edilizia non servirà più il permesso di costruire ma sarà sufficiente la SCIA (segnalazione certificata inizio attività) con il silenzio assenso;
- semplificazioni 36% e 55%: eliminato l'obbligo di comunicazione preventiva all'Agenzia delle entrate. I dati andranno inseriti direttamente nella dichiarazione dei redditi.