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Ance: fondi europei indispensabili per il rilancio dell’economia e delle costruzioni

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“Non possiamo più permetterci di perdere nemmeno un euro dei fondi europei a nostra disposizione”, commenta il presidente dell’Associazione, Paolo Buzzetti


Occorre raggiungere rapidamente un’intesa tra Stato e Regioni e predisporre l’Accordo di Partenariato Europa-Italia, necessario per garantire un corretto avvio della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei e nazionali”. Lo sottolinea il Vice presidente dell’Ance, Luigi Schiavo, a conclusione del seminario del Consiglio delle Regioni Ance tenutosi a Bruxelles sul miglioramento della capacità di assorbimento dei finanziamenti europei in Italia.
 
Non possiamo più permetterci di perdere nemmeno un euro dei fondi europei a nostra disposizione” commenta il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti plaudendo all’iniziativa Ance presieduta dal Vice presidente Schiavo che l’obiettivo di “accendere un faro sulla programmazione dei fondi e fornire tutto il supporto al Governo, Regioni ed Enti locali affinchè si possano realizzare gli interventi necessari”.
 
Nell’attuale momento di crisi, i 106 miliardi di euro della nuova programmazione - 56 dei fondi strutturali europei e 50 del Fondo per lo Sviluppo e Coesione - sono indispensabili per assicurare il rilancio dell’economia nazionale e delle costruzioni” continua il Vice presidente Schiavo che aggiunge “queste risorse rappresentano infatti il 40% dei fondi destinati annualmente dallo Stato ad infrastrutture e costruzioni”.
 
Si tratta di risorse destinate a interventi fondamentali per la vivibilità delle nostre città, alla loro riqualificazione, all’efficienza energetica degli edifici pubblici, alle scuole, al rischio idrogeologico e alla mobilità in ambito urbano.
 
In questo contesto, conclude Schiavo, serve pragmatismo ed è necessario dare priorità ai progetti immediatamente cantierabili che possono garantire lavoro, occupazione e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. E’ un impegno complessivo di tutti, istituzioni nazionali e locali e parti sociali, consapevoli che forse questa è l’ultima occasione”.