Negli ultimi anni, il forte irrigidimento delle condizioni del Patto di stabilita` interno ha esasperato il problema dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione e del blocco degli investimenti degli enti locali, determinando una situazione di forte sofferenza per le imprese di costruzioni, gia` pesantemente colpite dalla stretta creditizia operata dalle banche a causa della crisi economico finanziaria.
Per questa ragione, la risoluzione del problema del Patto di stabilita` deve essere ricercata nell`allentamento dei vincoli fissati per gli enti locali e nella modifica strutturale delle regole del Patto.
Allo stesso tempo, pero`, non bisogna trascurare alcune possibilita` offerte dalla normativa attuale per limitare gli effetti negativi del Patto. Una di queste consiste nel prevedere la gestione del Patto di stabilita` interno a livello locale attraverso la sua regionalizzazione.
La regionalizzazione del Patto di stabilita` permette di liberare a costo zero, per le imprese e per la Pubblica Amministrazione, una parte significativa dei pagamenti per opere pubbliche dovuti alle imprese. Inoltre, la regionalizzazione consente di assicurare una maggiore sostenibilita` della finanza locale in una prospettiva di medio periodo.
Secondo un`indagine realizzata dall`Ance, nel 2011, la regionalizzazione del Patto di stabilita` interno da parte di 13 regioni ha consentito di liberare circa 1,2 miliardi di euro di pagamenti. Nel 2011, quindi, la regionalizzazione si e` dimostrata uno strumento molto utile per limitare gli effetti negativi del Patto e liberare pagamenti dovuti alle imprese di costruzioni.
L`analisi dei provvedimenti di regionalizzazione del Patto di stabilita` interno conferma, tra l`altro, la drammaticita` del problema dei ritardati pagamenti alle imprese che realizzano lavori pubblici, provocato dal Patto di stabilita` interno. Da una parte, infatti, cresce la dimensione finanziaria dei pagamenti bloccati dal Patto (almeno 3,4 miliardi di euro di risorse che gli enti hanno in cassa sono bloccati) e, dall`altra, si amplia la diffusione del problema dei ritardati pagamenti tra le amministrazioni locali (piu` dei ¾ degli enti locali hanno bloccato i pagamenti, pur avendo i fondi disponibili in cassa, per via del Patto).
In futuro, queste criticita` rischiano di essere amplificate dall`estensione del Patto di stabilita` interno a tutti gli enti locali (anche i Comuni sotto i 5.000 abitanti), prevista entro il 2014. In questo contesto, appare indispensabile trovare rapidamente soluzioni efficaci per assicurare che gli enti locali trovino spazio, nei loro bilanci, per gli investimenti necessari a garantire la qualita` della vita dei cittadini e lo sviluppo del Paese.
Sotto questo profilo, la regionalizzazione del Patto puo` rappresentare un importante strumento per premiare gli enti locali che favoriscono le spese per investimenti. A partire dal 2013, infatti, con l`avvento del Patto regionale integrato, le regioni potranno definire regole in grado di premiare gli enti che scelgono di privilegiare le spese in conto capitale nei loro bilanci e di impegnare gli altri enti a non comprimere oltremisura la spesa per investimenti.
Anche per questi motivi, appare negativa l`introduzione di un Patto orizzontale nazionale perche` non rappresenta una soluzione al problema dei ritardi pagamenti degli enti locali e rischia, come sottolineato dalla Corte dei Conti, di ridurre l`operativita` della regionalizzazione del Patto.
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Dossier Regionalizzazione del Patto di Stabilità