ANEV: incentivi in conto capitale e leva fiscale per sostenere il settore eolico

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
Secondo l’associazione, servono strumenti nuovi che stimolino ulteriore competitività nella selezione dei siti, ma al contempo consentano agli operatori di continuare a realizzare impianti


A qualche mese dall’emanazione del DM Rinnovabili del 6 luglio 2012 le previsioni sul futuro del settore eolico sono incerte. È sicuramente necessario che la nuova normativa faccia il suo corso, ma come emerge chiaramente dal testo del Decreto e come testimoniano le imprese italiane la crescita che il settore ha avuto fino ad oggi in termini di sviluppo dell’installato si è rallentata.

Inoltre il contesto finanziario internazionale rende necessario il raggiungimento degli obiettivi europeidel pacchetto clima 20/20/20 in maniera efficiente, a tal fine sembra necessario utilizzare strumenti nuovi che per l’eolico stimolino ulteriore competitività nella selezione dei siti ma al contempo consentano agli operatori di continuare a realizzare impianti.

In tale contesto, secondo ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), si rende indispensabile un ripensamento del meccanismo di incentivazione che deve passare dal conto energia al conto capitale, in modo da essere più efficiente e meno costoso.

Inoltre tale passaggio consentirebbe di superare almeno in parte la crisi attuale delle imprese nell’accesso al credito. A tal fine un altro elemento per garantire il soddisfacimento degli standard europei cui l’Italia ha volontariamente aderito è di stimolare la maggiore durata possibile delle iniziative e migliorarne le performances degli impianti esistenti con ulteriori evoluzioni dell’attività di gestione dei medesimi.

Infatti rendere più efficiente in termini di produzione gli impianti, grazie al miglioramento dei prodotti e dei servizi relativi alla gestione e alla manutenzione, consentirebbe alle imprese di ridurre il pericolo derivante dalla riduzione sensibile dei profitti derivante dall’abbassamento significativo degli incentivi e dall’introduzione scellerata della Robin Tax.

Non va infine trascurato il potenziale occupazionale di questo settore, cioè dei servizi, che anzi è la principale voce di occupazione di lunga durata del comparto. Infatti gestire un parco eolico in tutti i suoi aspetti richiede impiego di forza lavoro qualificata nel medio e lungo periodo.

Secondo lo studioANEV-UIL 2012, infatti, il solo settore dell’O&M per l’eolico può potenzialmente arrivare ad impiegare 25mila addetti circa al 2020, rispetto ai 12mila attuali; per una cifra complessiva nel comparto eolico generale di 67mila occupati al 2020 rispetto ai 39mila attuali.

Simone Togni, Presidente ANEV, spiega: “È necessario puntare sempre più sull’industria nazionale dell’eolico, stimolando innovazione, ricerca e servizi per questa tecnologia che ha raggiunto oramai numeri significativi”.


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