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Aniem sul Decreto Rinnovabili: a rischio 100 mila lavoratori di piccole e medie imprese

Energie rinnovabili di
Secondo l’associazione si rischia di distruggere un sistema di piccole e medie imprese impossibilitate a ultimare gli investimenti avviati nei mesi scorsi


Uno stop per le piccole e medie imprese italiane in materia di energia da fonti rinnovabili arriva dal Governo Italiano, nonostante gli sforzi della comunità europea per approvare direttive che promuovano il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, i bonus fiscali per la ristrutturazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte di centinaia di aziende ed enti.
 
L'ultimo Consiglio dei Ministri (3 marzo scorso) nell'approvare il decreto legislativo sulla promozione dell'uso dell'energia, ha stabilito che gli incentivi del terzo conto energia verranno concessi solo agli impianti che saranno allacciati alla rete elettrica entro il 31 maggio 2011.

Secondo l'Aniem, l'Associazione Nazionale delle pmi edili manifatturiere della Confapi, si tratta di una previsione temporale che rischia di distruggere un sistema di piccole e medie imprese impossibilitate ad ultimare gli investimenti avviati nei mesi scorsi. Secondo il Presidente Dino Piacentini "sono migliaia le imprese che negli ultimi anni hanno creduto ed investito in questo settore. Rappresentano una realtà produttiva ed occupazionale significativa che ha voluto dare credibilità alle politiche energetiche del Paese e che oggi si trova ancora una volta delusa".

Proprio sulla base del Decreto 6 agosto 2010 (terzo conto energia) numerose piccole e medie imprese hanno provveduto ad investimenti per piani di sviluppo che naturalmente non potranno concludersi entro i due mesi previsti dall'ultimo Decreto Legislativo approvato dal Governo. Di tutti gli impianti già in fase di costruzione, meno del 20 % riuscirà a effettuare l'allacciamento nei prossimi 60 giorni, mentre per il restante 80 % gli investimenti si riveleranno fallimentari.

Il tutto rappresenta un vero e proprio pericolo incombente sugli investimenti stessi; gli imprenditori non sono messi nella condizione di onorare i progetti industriali e finanziari già sottoscritti, con forti ricadute anche sui livelli occupazionali. Le Banche hanno già iniziato a congelare i finanziamenti già concessi a questo scopo, al fine di tutelarsi rispetto alle conseguenze nefaste del decreto varato.

"Chiediamo pertanto - commenta Piacentini - che la data ultima di allaccio sia posticipata al 31 dicembre 2011, così concedendo agli interessati il tempo necessario a concludere gli iter autorizzativi (spesso rallentati dalla stessa macchina burocratica dei diversi enti pubblici coinvolti), terminando gli investimenti stessi e provvedendo agli allacci con tempi che siano plausibili".

L'Associazione confida in una presa di coscienza urgente di questo grave problema, già denunciato al Ministro Romani e prende le distanze dalla posizione assunta da Confindustria, che secondo l'Aniem si è limitata a lodare l'aspetto positivo del decreto dimenticando le conseguenze che questo avrà sulle pmi italiane.