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APER scrive al Ministro Romani sollecitando un incontro sul Decreto Rinnovabili

Energie rinnovabili di
A seguito dell’accusa di scarsa collaborazione rivolta dal Ministro all’associazione, il presidente Roberto Longo ha risposto ribadendo la propria disponibilità al dialogo


Durante l’interrogazione parlamentare dell’On. Libè del 13 aprile 2011, il Ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani ha apertamente accusato APER di aver rifiutato il dialogo sul decreto rinnovabili.

APER ha quindi ribadito la propria disponibilità a un incontro ufficiale per confrontarsi sul decreto e sui contenuti più generali di tutto il provvedimento. Il presidente dell’associazione, Roberto Longo, ha scritto una lettera al Ministro che riportiamo qui di seguito:


Caro Ministro Romani,

essendo stati direttamente chiamati in causa nel corso della sua risposta di ieri alla Camera all’interrogazione presentata dall’on. Libé, riteniamo doveroso cercare di ristabilire la verità dei fatti.

L’azione di APER non è quella di ”non essere coinvolta” nella discussione con Lei né “alcune volte c’è e altre volte non c’è”; è vero semmai il contrario: sin dal 3 febbraio abbiamo richiesto di essere invitati a discutere la nostra proposta di decreto che Le è stata inviata in copia e a tutt’oggi non siamo stati mai da Lei convocati.

Anzi, l’unica volta che avendo avuto informale notizia di una riunione con Confindustria abbiamo chiesto alla sua Segreteria di essere invitati, ci è stato risposo telefonicamente poche ore prima dell’incontro, che se fossimo andati saremmo stati ricevuti, ma che non potevamo essere formalmente convocati.

Le confermo quindi la nostra piena disponibilità a partecipare, se invitati, ad un approfondito esame della situazione e della nostra posizione. A questo proposito è però necessario chiarire come sia inaccettabile per noi vedere prendere decisioni di politica energetica di interesse nazionale sulla base dell’effetto emotivo e propagandistico di numeri che non sono in alcun modo verificati né verificabili.

L’allarme da Lei lanciato dei 4.000 MW di impianti accettati nel salva ALCOA e che dovranno essere allacciati entro giugno si sta rivelando infondato: ad oggi dal primo gennaio ne sono stati allacciati solamente 775 e tutto fa prevedere che non saranno molti di più.

I 25.000 MW di nuovi preventivi di allacciamento alla rete già accettati nulla indicano se non associati ad una domanda di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto e si scioglierebbero come neve al sole a seguito di un’eventuale reintroduzione dell’efficacia della delibera 125 dell’AEEG quando verranno richieste le fidejussioni a conferma della volontà di procedere.

L’impressione è che questa campagna di numeri lanciata senza alcuna evidenza pubblica serva solo a giustificare un’azione di screditamento dell’importanza dell’utilizzo delle fonti rinnovabili che, se utilizzata oggi per il fotovoltaico, potrebbe essere applicata domani alle altre fonti facendo naufragare lo sviluppo del settore e mettendo fine all’unico settore industriale che in questi mesi di crisi generale ha dato segni di vitalità e di sviluppo.

Quegli astronomici 160 Miliardi di Euro che secondo il Suo intervento di ieri, verrebbero tolti dalle tasche degli italiani, sono il frutto di una matematica propagandistica e aberrante che tende a distogliere l’attenzione su quali siano invece i veri sussidi annegati nel prezzo dell’energia pagato dai consumatori, soprattutto dai più piccoli, facendo del settore energetico un campo di prelievo di fiscalità indiretta. Anche su questi temi saremmo ben lieti di confrontarci con Lei in maniera trasparente e pubblica.

E per finire, Signor Ministro, il Suo richiamo al privilegio del Pubblico rispetto al Privato nella realizzazione degli impianti da fonte rinnovabile è antistorico e in netto contrasto con la scelta liberista del nostro Paese e della Commissione Europea e ancor più del Governo di cui Lei fa parte: non capiamo perché in un settore imprenditoriale come la produzione di energia da fonti rinnovabili dovremmo concedere alcun privilegio alle “aziende pubbliche, il Ministero delle Difesa, tutto ciò che è pubblico in Italia”.

E’ cambiato qualcosa nel Paese mentre stavamo discutendo di sostenibilità ambientale dell’energia?

In attesa di un Suo invito le porgo distinti saluti.

Il presidente Aper
Roberto Longo