Appalti: cosa serve per far ripartire i cantieri?

Edilizia di Marco Zibetti
In materia di appalti, “deroghe, commissari, deregulation e tutte le scorciatoie individuate in questi anni hanno solo contribuito a ingarbugliare la matassa”

Gli appalti pubblici rappresentano un mercato di vitale importanza per molte imprese di costruzione. Ma cosa serve per far ripartire i cantieri in un momento complicato come quello che stiamo vivendo? Vediamo cosa ne pensa l’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili.

IlCodice degli appalti ha rallentato la realizzazione degli investimenti e il decreto sblocca cantieri non ha risolto i veri nodi del problema. Serve qualificazione delle stazioni appaltanti. Questi i principali punti emersi dall’indagine congiunta realizzata da Ance insieme a Conferenza delle regioni, Confindustria e Luiss, condotta su stazioni appaltanti e imprese, e presentata nel corso dell’evento on line “Perché in Italia le opere pubbliche sono ferme?”.

Il pensiero del Vicepresidente Ance

Il Vicepresidente Edoardo Bianchi ha rimarcato come “deroghe, commissari, deregulation e tutte le scorciatoie individuate in questi anni hanno solo contribuito a ingarbugliare la matassa. Servono molte meno regole, ma che siano durature”. Così come è necessario porre fine a una visione del settore delle opere pubbliche come luogo del malaffare: “Imprese e stazioni appaltanti non sono più disposte ad accettare di vivere la gogna di una perenne presunzione di colpevolezza”.


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