La trasformazione digitale degli appalti pubblici non è più solo una possibilità: è una necessità. E ora ha anche un piano concreto per diventare realtà. È stato infatti presentato alla Camera dei Deputati un protocollo d’intesa che segna un punto di svolta per il settore: un patto strategico tra IBIMI buildingSMART Italia, associazione di riferimento per i professionisti del BIM, e ASSORUP, che rappresenta oltre 123 mila RUP italiani, responsabili di progetti pubblici dal valore complessivo di oltre mille miliardi di euro negli ultimi tre anni.
Promossa dall’On. Massimo Milani, Segretario della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, l’iniziativa mira a supportare concretamente la Pubblica Amministrazione nel percorso di digitalizzazione previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023).
Protocollo IBIMI-ASSORUP: le parole dei protagonisti
“L’Italia ha fatto passi avanti, ma molte stazioni appaltanti sono ancora indietro”, ha spiegato Milani, sottolineando che serve innovazione fin dalla fase progettuale. L’obiettivo? Creare una banca dati unica e affidabile per i progetti pubblici.
L’avv. Daniele Ricciardi, Presidente di ASSORUP, ha richiamato l’attenzione sull’impatto culturale del BIM, invitando a rafforzare il ruolo dei responsabili della transizione digitale. Ha anche evidenziato la possibilità di esternalizzare la figura del RUP in caso di carenza di competenze, come previsto dal recente correttivo al Codice. “Non bastano nuove norme o premi ai dirigenti: bisogna investire su persone e tecnologie, anche per le opere minori”, ha detto.
Il Presidente di IBIMI, Lorenzo Nissim, ha illustrato i punti chiave del protocollo: formazione mirata per RUP e tecnici pubblici, supporto tecnico alle PA, adozione di standard digitali aperti per garantire trasparenza e interoperabilità, e collaborazione tra pubblico e privatoper superare la frammentazione attuale.
Nissim e Ricciardi hanno poi rivolto un appello congiunto al Governo per avviare un piano straordinario di digitalizzazione, incentrato sulla formazione continua, sull’openBIM e su strumenti interoperabili. “Non basta un software - ha ricordato Nissim - serve un cambiamento culturale sostenuto da una rete competente”.
Il protocollo prevede la creazione di un Comitato congiunto, che aggiornerà ogni sei mesi un piano operativo condiviso. L’accordo è aperto ad altre associazioni pronte a contribuire alla modernizzazione della macchina pubblica.
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