Cambiamenti climatici: i dati allarmanti degli ultimi 7 anni

Ecologia e tutela ambientale di Marco Zibetti
Legambiente presenta dati concreti sui cambiamenti climatici, riferiti agli ultimi 7 anni. La situazione in Europa, così come a livello globale, è preoccupante

I cambiamenti climatici rappresentano una spada di Damocle sul nostro futuro. Ma la cosa più preoccupante è che questi sono già in atto. Basta dare un’occhiata ai dati presentati da Legambiente per rendersene conto.

Gli ultimi sette anni sono stati, con ampio margine, i più caldi in assoluto a livello globale. A dirlo sono gli ultimi monitoraggi effettuati da Copernicus climate change service. Di questi sette, il 2021 insieme a 2015 e 2018 sono stati i più freschi, nonostante nell’anno da poco trascorso l’Europa abbia registrato la sua estate più calda.

Sempre nel 2021, le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera hanno continuato ad aumentare, con i livelli di anidride carbonica che raggiungono un record globale annuale medio di colonna di circa 414 ppm, e il metano (CH4) che raggiunge un record annuale di circa 1876 ppb. Le emissioni di carbonio provocate dagli incendi in tutto il mondo ammontano complessivamente a 1.850 megatonnellate, in particolare alimentate dagli incendi in Siberia. Un dato, quest’ultimo, leggermente superiore a quello del 2020 (1.750 megatonnellate di emissioni di carbonio), sebbene la tendenza sia in calo dal 2003.

Il 2021 è stato il quinto anno più caldo mai registrato

A livello globale, il 2021 è stato il quinto anno più caldo mai registrato, solo lievemente più caldo del 2015 e 2018. La temperatura media annuale è stata di 0.3°C superiore rispetto alla temperatura del periodo di riferimento 1991-2020, di 1.1-1.2°C superiore al livello pre-industriale del 1850-1900.

Sempre a livello globale, i primi cinque mesi del 2021 hanno registrato temperature relativamente basse rispetto agli anni più recenti, molto più caldi. Da giugno a ottobre, tuttavia, le temperature mensili sono state sempre tra le quattro più calde mai registrate. Le temperature degli ultimi 30 anni (1991-2020) sono state circa 0.9 °C superiori rispetto a quelle del periodo pre-industriale. In rapporto a quest’ultimo periodo di riferimento di 30 anni, le regioni con temperature più alte della media sono comprese in una fascia che si estende dalla costa occidentale degli Stati Uniti e del Canada, al Canada nord-orientale e alla Groenlandia, così come ampie parti dell’Africa centrale e settentrionale e del Medio Oriente. Temperature inferiori alla media sono state rilevate nella Siberia occidentale e orientale, in Alaska, nel Pacifico centrale e orientale (in concomitanza con avvenimenti come La Niña all’inizio e alla fine dell’anno) così come nella maggior parte dell’Australia e in parti dell’Antartide.

Carlo Buontempo, director of the Copernicus Climate Change Service, ha spiegato: “Il 2021 è stato un altro anno di temperature estreme,come l’estate più calda in Europa, le ondate di calore nel Mediterraneo, per non menzionare le elevate temperature senza precedenti in Nord America. Gli ultimi sette anni sono stati i sette più caldi mai registrati. Questi fenomeni sono un severo promemoria di quanto sianecessario modificare i nostri comportamenti, compiere passi decisivi ed efficaci nella direzione di una società più sostenibile, e lavorare al fine di ridurre le emissioni nette di carbonio.”

Qual è la situazione in Europa?

Gli ultimi mesi della stagione invernale e primaverile sono stati generalmente vicini o inferiori alla media 1991-2020 in Europa. Una fase fredda in aprile, in seguito ad un marzo relativamente caldo, ha causato gelate di fine stagione nelle zone occidentali del continente. Al contrario, l’estate europea del 2021 è stata la più calda mai registrata, seppur simile alle precedenti estati più calde del 2010 e del 2018. Giugno e luglio sono stati entrambi i secondi più caldi dei loro rispettivi mesi, mentre agosto è rimasto vicino alla media generale, ma ha assistito ad una notevole differenza tra temperature superiori alla media a sud e sotto la media a nord.

Numerosi sono stati gli episodi estremi, con un impatto significativo verificatisi in Europa durante l’estate 2021. Luglio ha registrato episodi di precipitazioni molto intense nell’Europa centro-occidentale, in una regione con suoli prossimi alla saturazione, che hanno causato gravi inondazioni in diversi paesi. Tra questi i più colpiti sono stati la Germania, il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi. La regione mediterranea ha vissuto un’ondata di calore durante il mese di luglio e parte di agosto, con temperature elevate che hanno interessato in modo particolare la Grecia, Spagna e Italia. Il record europeo di temperatura più elevata è stato superato in Sicilia, dove sono stati registrati 48.8°C, di 0.8°C superiore rispetto al precedente, sebbene questo nuovo dato debba ancora essere confermato ufficialmente dalla World Meteorological Organization (WMO). Condizioni di caldo e siccità hanno preceduto eventi di incendi intensi e prolungati, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale, con la Turchia tra i paesi più colpiti, oltre a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Albania, Macedonia del Nord, Algeria e Tunisia.


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