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Cemento armato: focus su riparazione e conservazione

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Cemento armato: focus su riparazione e conservazione
Il Centro Studi CNI ha condotto un sondaggio sulle strutture in cemento armato, in particolare sulla loro riparazione e conservazione. Vediamo cos’è emerso

Anche le strutture in cemento armato, nonostante si tratti di un materiale usato già dalla fine dell’800, sono al centro di un percorso di innovazione. L’ingegneria si interroga quindi sulla riparazione e sulla manutenzione di questi fabbricati.
Con l’intento di sondare gli orientamenti dei professionisti nei confronti di questo tema, il Centro Studi CNI ha condotto nel mese di maggio 2024 un sondaggio su un campione di iscritti all’albo professionale. L’indagine è stata realizzata nell’ambito del Progetto CONCRETO, finanziato dall’Unione europea a valere sul programma Erasmus+ per la formazione di tecnici su temi della riparazione e conservazione di opere in cemento armato. Il progetto CONCRETO è realizzato da un consorzio guidato dalla prestigiosa Fondazione Pier Luigi Nervi e composto da 13, tra strutture di formazione, organismi di rappresentanza di professionisti tecnici e centri di ricerca e valorizzazione del patrimonio architettonico. Fa parte del consorzio CONCRETO la Fondazione CNI.
Su un campione di quasi 3.000 rispondenti all’indagine (la quasi totalità ingegneri operanti nell’ambito civile-edile), 2.124, pari al 71,5%, hanno dichiarato di intervenire, frequentemente o saltuariamente, in progetti che prevedono interventi di riparazione e conservazione di strutture in cemento armato. Gli interventi che potremmo definire riparativi e di recupero assumono per molti studi professionali e società di ingegneria un peso interessante: per poco più del 30% del campione gli interventi sul cemento armato rappresentano il 25% del volume di lavoro annuale, e per una ulteriore quota del 21% questo tipo di interventi pesa ben il 40% del volume di lavoro. In sostanza, in casi molto frequenti, una delle fasi progettuali, talvolta anche di rilievo rispetto al numero complessivo delle fasi, si focalizza su opere di recupero, di riparazione e conservazione del cemento armato.
E’ interessante peraltro rilevare come le tipologie di strutture su cui si interviene maggiormente sono gli edifici residenziali (80% dei casi segnalati dagli intervistati) e, a considerevole distanza, gli edifici pubblici (46% dei casi), ma non sono pochi, in relazione alla tipologia di strutture (che sono molto meno rispetto agli edifici residenziali), i casi gli interventi di riparazione e recupero riguardanti sia le infrastrutture (30%) che quello su edifici moderni vincolati (24%) in cui sono coinvolti gli ingegneri; in questo caso, ben un quarto del campione ha dichiarato di essere intervenuto con vere e proprie opere di restauro su edifici moderni di particolare pregio storico-architettonico, ambito nel quale è possibile sperimentare un interessante ed efficace “lavoro multidisciplinare” tra ingegneri e architetti, oltre che con altre figure tecniche.
Le tipologie più frequenti di intervento indicate dagli ingegneri sono: le riparazioni delle parti sottostanti l’intonaco più esterno (patch repair), gli interventi di rinforzo, le riparazioni delle fessurazioni e gli interventi riparativi e di rinforzo con materiali fibrorinforzati. Tutto lascia pensare che il mercato di quella che potrebbe essere definita come “ingegneria riparativa” su cemento armato sia oggi in espansione, o comunque con un potenziale di crescita molto interessante; di conseguenza, con una marcata richiesta di figure esperte.

Poca specializzazione e certificazione delle competenze

Dal campione emerge, tuttavia, come solo il 42% di chi progetta interventi di recupero e manutenzione di cemento ha seguito corsi specialistici universitari o possiede una certificazione delle competenze professionali che ne fanno un esperto di interventi di trattamento e recupero. Per molti ingegneri, gli approfondimenti sul tema si realizzano sostanzialmente attraverso il lavoro sul campo e corsi di aggiornamento professionale. Ben il 98% degli intervistati riconosce tuttavia che approfondimenti specifici legati al tema della diagnostica ed alle tecniche di recupero e conservazione di opere in cemento armato avrebbero una funzione rilevante, da attuarsi sia con eventi di aggiornamento puntuali che attraverso corsi, anche di matrice universitaria, aperti ai professionisti di durata medio-lunga.
Dall’indagine emerge indubbiamente un fabbisogno di aggiornamento e di approfondimento piuttosto diffuso, peraltro proprio sulle tipologie di intervento sopra richiamate: mediamente il 58% degli ingegneri intervistati chiede approfondimenti sulle metodiche di riparazione delle superfici, il 56% è interessato ad interventi su cedimenti e rotture ed il 52% chiede aggiornamenti sull’uso di cemento fibrorinforzato oltre che sulle metodologie di valutazione ex ante dello stato dell’edificio o dell’infrastruttura per pianificare e progettare le differenti modalità di intervento.


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