1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Cessione del credito: interviene l’Antitrust

Cessione del credito: interviene l’Antitrust

Energie rinnovabili di
5/5
votato da 1 persone
Lo scorso mese di settembre Italia Solare, con una lettera all’AGCM e per conoscenza all’Agenzia delle Entrate, ha chiesto di intervenire sugli elementi distorsivi di mercato

Nei mesi scorsi ha fatto discutere l’art. 10, comma 3 ter del cosiddetto Decreto Crescita. Il testo ha introdotto la possibilità della cessione ai fornitori del credito IRPEF per l’ecobonus. Numerose sono state le proteste delle associazioni di settore, tra le quali Italia Solare.

Lo scorso mese di settembre l’associazione, con una lettera all’AGCM e per conoscenza all’Agenzia delle Entrate, ha chiesto di intervenire sugli elementi distorsivi di mercatocontenuti nel Decreto Crescita. I fornitori, a seguito di acquisizione del credito di imposta, possono portare in compensazione il credito acquisito con le proprie imposte in 10 quote annuali o ricederlo ai fornitori indiretti.

Un provvedimento che, nei fatti, favorisce solo quei grandi operatori con notevole capacità finanziaria e profili fiscali tali da poter utilizzare i crediti acquistati, situazione preclusa a quelle imprese, esperte nel fotovoltaico perché attive nel settore da anni, che rappresentano la vera ossatura della filiera nazionale.

La segnalazione dell’AGCM

A seguito della lettera di Italia Solare, l’AGCM ha inviato una segnalazione agli organi competenti in merito alle distorsioni della concorrenza insite nell’art. 10 comma 3 ter del Decreto Crescita e nel provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate del 31 luglio 2019 relativo alla vendita e installazione di impianti fotovoltaici. I testi, secondo l’Agenzia favoriscono i soli operatori economici di grandi dimensioni, a danno delle piccole e medie imprese.

Italia Solare nella sua lettera sosteneva che “la norma introduce un elemento fortemente distorsivo della concorrenza, in quanto garantisce ‘incentivi’ e opportunità di mercato di fatto fruibili solo da operatori di grandi dimensioni e non focalizzati sul business fotovoltaico, penalizzando diversamente tutti gli altri operatori e la quasi totalità dell’attuale filiera di vendita degli impianti fotovoltaici residenziali”.

Inoltre, secondo l’Associazione, il Provvedimento Attuativo del comma 3 ter dell’articolo 10 (prot. n. 660057/2019 del 31 luglio 2019) dell’Agenzia delle Entrate ha rimosso per i soggetti cessionari del credito derivante dalle detrazioni fiscali i limiti quantitativi alla compensazione dei crediti fiscali, previsti dalle leggi vigenti. Tale provvedimento ha così permesso ai grandi gruppi industriali del settore energia di fare un uso illimitato del beneficio, possibilità evidentemente preclusa alle piccole e medie imprese.

Italia Solare aveva quindi chiesto ad AGCM di verificare se l’interpretazione corretta dell’Articolo 10 comma 3 ter del DL Crescita comporta il mantenimento dei limiti esistenti alla compensazione dei crediti fiscali, ivi incluso il limite annuale di 700mila euro all’importo delle imposte, tasse e contributi compensabili, considerato anche l’impatto sulla concorrenza, e segnalarlo all’Agenzia delle Entrate.

“Siamo molto soddisfatti della segnalazione di AGCM, perché l’articolo 10, comma 3 ter del decreto Crescita rappresenta un problema enorme per tutte le imprese del mondo del fotovoltaico. Il comparto è formato prevalentemente da PMI e un provvedimento come quello in oggetto crea un’evidente distorsione del mercato a favore delle grandi utility. Italia Solare si augura un rapidissimo intervento che consenta a tutte le imprese del fotovoltaico di beneficiare del provvedimento, a patto che questo venga sostanzialmente modificato nelle sue regole applicative”, ha commentato Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare.

“Ci auguriamo che, dopo tale vicenda, il legislatore, prima di intervenire nuovamente sulla normativa, si confronti preventivamente con gli operatori del settore e con chi li rappresenta, questo per evitare di incappare nuovamente nella definizione di normative che più che agevolare il settore lo ostacolano”, conclude Viscontini.