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Cip6 il governo sposta i termini

Energie rinnovabili di
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Critiche dall’opposizione e dagli ambientalisti all’emendamento con cui il Governo rimanda al 2009 i termini per la definizione dei requisiti per usufruire gli incentivi per chi produce l’energia elettrica con fonti rinnovabili


È stato approvato pochi giorni fa, l’emedamento che il Governo ha presentato in Aula, al “ddl-sviluppo”, con il quale sposta alla fine del 2009 la definizione degli impianti in regola per usufruire del Cip 6.
Di conseguenza rimangono in vigore solo gli incentivi per gli impianti utilizzati nell’ambito dell’emergenza rifiuti.

Il CIP6 è un provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi, ed adottato il 29 aprile 1992 a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili ed "assimilate", di conseguenza, chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla ad un prezzo superiore a quello di mercato.

Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, si è fatto portavoce della posizione ambientalista e ha commentato criticamente l’iniziativa del Governo.

“Il governo ha presentato sui Cip6 un vergognoso emendamento, che ci auguriamo il Parlamento non faccia passare”.

Gli incentivi alle rinnovabili vadano veramente alle fonti pulite. – replica CiafaniBasta con questo furto, che già ora pesa sulla collettività dai 3 ai 4 miliardi di euro ogni anno, prelevati direttamente dalle bollette elettriche. Estendere a qualsiasi impianto che brucia anche i rifiuti non biodegradabili la possibilità di accedere a questi incentivi è una palese infrazione alla direttiva europea sulle fonti rinnovabili e alla normativa sulla concorrenza. Legambiente ha già presentato ricorso a Bruxelles contro il Cip6 ai tre inceneritori in Campania, e certo non esiteremo ora ad allargare la nostra azione contro tutti quegli impianti che usufruiranno dell’ingiusto guadagno elargito dal governo a spese dei cittadini”.

L’iniziativa del Governo risulta però in forte contraddizion rispetto alla direttiva comunitaria che prevede incentivi economici per la produzione di energia da fonti rinnovabili come i rifiuti biodegradabili.
Lo Stato quindi, violerebbe anche la Disciplina comunitaria degli aiuti di stato per la tutela ambientale.

“Utilizzare i Cip6 per qualsiasi inceneritore – ribadisce Ciafani rappresenta una distorsione della concorrenza nel mercato europeo della produzione di energia perché per altri impianti in Europa una tale incentivazione economica non è prevista. Ma non solo: secondo quanto previsto dalla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale, il Cip6 costituisce un’infrazione anche nel mercato della gestione dei rifiuti perché stravolge la loro classificazione gerarchica, rendendo il recupero di energia più conveniente rispetto al riciclaggio”