Clini: urge un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio

Sicurezza e Sistemi di Protezione di Marco Zibetti
Secondo il Ministro, tra l’altro, “il congelamento di risorse pubbliche disponibili per la prevenzione ha effetti economici negativi contrari agli obiettivi stessi del Patto di Stabilità”


Ancora una volta sono Liguria e Toscana le regioni piu' colpite dall'ondata di maltempo che nelle ultime ore ha flagellato il Centro-Nord della penisola e che si sta lentamente spostando al Sud, ma allagamenti e frane si sono verificati anche in Veneto e nel Lazio, mentre in Trentino Alto Adige numerose strade sono state chiuse per frane e smottamenti, la neve e' caduta oltre i 2mila metri.

L'Italia torna a franare sotto il maltempo, mentre il ministro dell'Ambiente ribadisce che ''e' necessario e urgente un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita''. Per questo, ricorda, ''su proposta del presidente Monti, il Consiglio Europeo del 29 giugno ha richiesto alla Commissione Europea di individuare le azioni possibili per liberare risorse pubbliche destinate alla protezione del territorio, ''interpretando'' i vincoli del Patto di Stabilita' in modo da favorire investimenti nella prevenzione con effetti positivi sulla crescita superiori ai costi necessari per la riparazione dei danni''.

''La risposta della Commissione Europea - sottolinea Clini - e' urgente, anche perche' il congelamento di risorse pubbliche disponibili per la prevenzione ha effetti economici negativi contrari agli obiettivi stessi del Patto di Stabilità''.

Secondo gli ultimi dati del Rapporto Ecosistema Rischio di Legambiente e della Protezione Civile, in Italia oltre 5 milioni di persone sono esposte a rischio frane o allagamenti; l'85% dei comuni classificati a rischio idrogeologico elevato rilevano la presenza sul proprio territorio di abitazioni in aree golenali, in prossimita' degli alvei e in zone a rischio frana; accanto a questi, sono rilevanti le percentuali dei comuni che dicono di avere in zone a rischio fabbricati industriali (56%), interi quartieri (31%), strutture pubbliche sensibili come scuole e ospedali (20%) e strutture ricettive turistiche o commerciali (26%).


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