Codice Appalti: giusto sospenderlo per sbloccare il Paese?

Edilizia di Marco Zibetti
Il segretario generale della Filca-Cisl Turri commenta le ultime dichiarazioni del presidente dell’Antitrust sulla possibilità di sospendere il Codice Appalti

Prosegue il dibattito sulla possibile sospensione del Codice Appalti, nella speranza di sbloccare così i cantieri e favorire il rilancio del settore edile, che da sempre è un traino per l’intera economia del Paese. Su questo tema riportiamo un posizione molto netta.

“Proporre la sospensione del Codice degli Appalti per sbloccare il Paese è un po’ come chiedere la sospensione del Codice della Strada per eliminare il traffico: una proposta sbagliata e inutile, anzi dannosa. Quello che occorre per aprire i cantieri e velocizzare l’esecuzione delle opere è ben altro, come sindacato l’abbiamo ripetuto più volte, ma restiamo purtroppo inascoltati”. Lo dichiara il segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri, commentando le ultime dichiarazioni del presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli.

I 3 interventi necessari secondo Filca-Cisl

“A nostro avviso - spiega Turri - sarebbero tre gli interventi da attuare: in primis dotare le stazioni appaltanti di personale qualificato, di tecnici in grado di elaborare progetti efficaci. Il secondo intervento riguarda la garanzia della continuità del lavoro in caso di contenzioso. Infine chiediamo la riduzione dei tempi per l’approvazione e per l’esecuzione delle opere: oggi in media occorrono oltre 10 anni per realizzare un’opera, e un terzo di questo tempo è precedente all’apertura dei cantieri. Bisogna quindi ridurre i tempi, e lo si fa migliorando il Codice degli Appalti, non certo sospendendone l’efficacia. Semplificare senza ridurre le tutele è il primo passo per dotare il paese di un sistema infrastrutturale sicuro, moderno, competitivo”, conclude il segretario generale della Filca.


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