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Cogena in collaborazione con Gruppo 24 ore presentano COGENAinTOUR

Energie rinnovabili di
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Due i temi affrontati nel corso dei lavori della Giornata di Milano: le prospettive offerte dall’Expo 2015 per i produttori del comparto e i nuovi vincoli fiscali che, di fatto, penalizzano gli operatori del settore e gli utilizzatori finali.

Per questo secondo tema, sul banco degli imputati la recente Legge n. 99/2009 che, pur a fronte di incentivi previsti per gli impianti di piccole dimensioni, fa poi ricadere sugli utilizzatori finali nuovi gravami fiscali che rischiano di bloccare lo sviluppo degli impianti. “Una situazione contraddittoria – sottolinea Sergio Dotti, Presidente di Cogena – tanto più se si pensa che questa legge è stata promulgata in contemporanea con la Direttiva europea che, al contrario, invita gli Stati membri a favorire le reti di distribuzione intelligente, un ambito in cui la cogenerazione ricopre un ruolo di prima grandezza. Perché lo Stato prevede sostegni economici alla fonte, se poi questo sostegno finanziario viene vanificato sul versante fiscale?”.

Ma le contraddizioni contenute nel provvedimento non finiscono qui, come puntualizza Carlo Belvedere, Segretario Generale di Cogena: “La legge numero 99 – dice – pone l’accento sulla generazione distribuita di energia, consentendo in pratica a tutti l’autoproduzione ed introducendo importanti elementi di semplificazione amministrativa, fiscale e di sostegno. Tutti aspetti sui quali Cogena si è sempre battuta per permettere lo sviluppo organico e capillare della generazione distribuita, nella logica dell’efficienza e del risparmio energetico”.

“A fronte di norme di sviluppo –
prosegue Belvedere - il legislatore ha introdotto una serie di oneri e corrispettivi proprio sulla energia “verde” prodotta, vanificando gli aspetti positivi richiamati”.

Senza parlare poi della vetustà della rete nazionale che finisce per essere il collo di bottiglia dello sviluppo della generazione distribuita.

Sullo sfondo di questi nodi legislativi si staglia la scadenza dell’Expo 2015, che rappresenta una scommessa importante, anche sul tema di risparmio energetico.

“Il nostro comparto produttivo – conclude Belvedere – vuole essere protagonista e partner di questo processo di sviluppo ecosostenibile, per offrire strategie utili all’intero Sistema Italia, in tema di Energia ed in particolare di risparmio energetico ed efficienza energetica”.

E proprio per questo motivo è nato “COGENAinTOUR”, come ricorda Sergio Stagni, delegato per le Relazioni esterne di Cogena.

“Il nostro obiettivo – afferma – era di uscire dal perimetro degli addetti ai lavori per cominciare a confrontarci sia con le istituzioni sia con gli utilizzatori, che spesso ignorano le soluzioni offerte dalla cogenerazione e, quindi, non hanno modo apprezzarne le potenzialità”.

Quadro legislativo, permettendo, verrebbe da dire.

E proprio sulle potenzialità della cogenerazione torna Samuele Furfari, in rappresentanza del Coordinamento delle politica energetica, Direzione generale Energia e Trasporti della Commissione europea: “In base ai nostri calcoli – precisa Furfari - a fronte di 100 GW installati nei Paesi dell’Unione europea, esiste un potenziale di altri 150 GW che possono essere installati.

Una quantità considerevole, più del doppio. In Gernania, per fare qualche esempio, il potenziale è del 318 per cento, nel regno Unito del 200 per cento, mentre in Italia è del 127%”.

Ma al di là delle modalità di produzione energetica, Furfari punta il dito contro la vetustà e l’insufficienza e delle reti di distribuzione: “In questo – afferma – occorre uno sforzo di sensibilizzazione degli enti locali. Non è più possibile che presidenti di Province e sindaci di Comuni si oppongano alla realizzazione di nuove reti. Spesso queste resistenze di tipo localistico rischiano di bloccare lo sviluppo del Paese”.

Sulla sensibilità delle categoria produttive e dei servizi, si esprime Enrico Risaliti, Presidente della Commissione consiliare per le Politiche energetiche di Confcommercio.

“Come Confcommercio Imprese per l’Italia – dice – abbiamo da tempo presentato ai Governi che si sono succeduti un Manifesto per richiamare l’attenzione sui temi dell’efficienza e del risparmio.

Inoltre, abbiamo realizzato studi, per esempio sui grandi esercizi commerciali e sugli alberghi, che dimostrano l’esistenza di ampi margini di risparmio energetico e di efficienza energetica.

Ma tutte queste politiche sono possibili solo a fronte di un più ampio Piano energetico nazionale che però, da almeno un decennio, non viene rinnovato.

Le 840mila aziende aderenti a Confcommercio sono pronte a mettere in atto interventi tesi all’efficienza energetica, ma occorre sapere dove vogliamo andare, in che modo e con quali tempi”.


A rimarcare la strategicità della generazione distribuita di energia e della cogenerazione interviene anche Francesco Ciancaleoni dell’Area Ambiente territorio di Coldiretti, che esprime un concetto chiaro, sul fronte dell’utilizzo di biomasse:

Recuperare energia dall’agricoltura non è solo un’opportunità per il settore agricolo: è un opportunità per l’economia dell’Italia”.

E lancia la sua proposta: “Tutte le categoria interessate – dice – devono unirsi affinché questa opportunità venga colta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Donato Rotundo, responsabile dell’Area Ambiente e Qualità di Confagricoltura: “E’ vero – dice – dobbiamo lavorare assieme, occorre una strategia comune, anche perché l’agricoltura è già protagonista della produzione di energie rinnovabili. Dal 2007 si era verificata un’importante apertura da parte del legislatore sul tema delle biomasse, ma ora, a distanza di tre anni, ancora annaspiamo”.

Rotundo torna sul tema dell’insufficienza delle reti di distribuzioni. “Ci sono aree del Paese che ancora non sono ancora state metanizzate. Alcune aziende del settore sono costrette a realizzare di tasca propria reti di chilometri e chilometri per connettersi alle rete principale di distribuzione”.

Una situazione palesemente insostenibile, questa, che rende il confronto con l’Europa e con l’appuntamento di Milano 2015 addirittura imbarazzante.

Il pomeriggio si è aperto con un intervento di Carlo Belvedere, che, ripercorrendo l’ultimo decennio legislativo a partire dal decreto legislativo 79/99, arriva a tracciare un’analisi in controluce della legge 99/2009, evidenziandone non solo le contraddizioni, ma anche le zone d’ombra, con particolare riferimento alla stratificazione normativa che disciplina medesime fattispecie (“reti interne di utenza”, “sistemi efficienti di utenza”, “reti private” “collegamenti privati”, sistemi di distribuzione chiusi”, ecc.) e ai nuovi corrispettivi ed oneri che, di fatto, stanno bloccando il mercato della generazione distribuita e, più in generale, dell’efficienza energetica e, quindi, del “Sistema Italia”.

Sul punto resta da rivedere anche il sistema dei regimi di sostegno, quantomeno alla luce di un possibile confronto con un regime dedicato.

Di efficienza energetica ha parlato anche Roberto Loschi, vicepresidente di Cogena, che ha indicato in un ideale mix tra utilizzo delle rinnovabili (con un contestuale rilancio del “termico”, attualmente ancora poco sfruttato) ed efficienza energetica, la ricetta per centrare, entro il 2020, il cosiddetto obiettivo “20-20-20” (percentuali relative al risparmio energetico, al taglio alle emissioni e alla produzione da fonti rinnovabili, quest’ultima scontata al 17% all’Italia) posto dalla Commissione europea.

Non a caso, sostiene Loschi, “l’Autorità dell’energia elettrica e del gas ha previsto che la sola necessità di portare la percentuale di fonti rinnovabili dal 3% del 2010 al 9% del 2020 comporterà un aumento dei costi da 3 a 7 miliardi di euro, con un raddoppio dell’attuale incidenza sulle famiglie italiane”.

Fondamentale, in questo senso, “è anche la rimozione di “pastoie” legislative e burocratiche per rilanciare un mercato inadeguato non soltanto rispetto alla domanda interna, ma anche alla concorrenza estera”.

Sulla “normativa stratificata” è intervenuto anche Sebastiano Serra del Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare. “il Ministero sta lavorando ad alcuni progetti di legge per restituire un corpus normativo più vicino alle reali esigenze del mercato. In particolare, i temi al centro dei lavori sono la semplificazione per la comunicazione/dichiarazione e l’autorizzazione unica ambientale per l’inizio attività, la rimozione di alcuni vincoli paesaggistici per impianti alimentati a fonti rinnovabili, la suddivisione tra le regioni dell’obiettivo del +17% di rinnovabili entro il 2020 e una modifica del decreto legislativo 115/2008 sulla promozione della cogenerazione”.

Da ultimo, è stato ricordato come il fondo di rotazione previsto per il sostegno alle rinnovabili sia, di fatto, bloccato per una serie di fattori esterni che potrebbero portare a una perdita stimabile intorno ai 2/400 milioni di euro già stanziati.

Un appello a superare il frazionamento tra soggetti politici e “tecnici” è arrivato anche da Vincenzo Albonico, presidente di Agesi, associazione di imprese di facility management ed energia, che raggruppa le principali ESCO (società di servizi energetici).

Non va meglio per il settore della ricerca, come ricorda Franco Cotana, direttore del centro di ricerca sulle biomasse dell’Università di Perugia, indebolito sia dalla cronica mancanza di fondi, sia dall’assenza di un reale confronto con altri soggetti della filiera (istituzioni, imprese, ecc.).

Questo, nonostante siano in corso d’opera progetti d’eccellenza e all’avanguardia, anche su temi quali l’utilizzo del biogas o lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione del gas.

Significativa anche la testimonianza di Paolo Torri di Confindustria Lecco che ha riportato i casi di tre aziende che, a fronte di un aumento dei costi energetici, hanno deciso di passare all’autoproduzione tramite cogenerazione, spesso anche come segnale di maggiore attenzione all’ambiente.

Ora, però, dopo l’uscita della legge 99/2009, la scelta di optare per l’autoproduzione, anziché rivelarsi premiante, si è trasformata in una sorta di “boomerang” per queste (come per tante altre) imprese, il che non fa che ribadire con forza la necessità di rimodulare il quadro legislativo a favore di chi ha voluto investire per motivi economici e ambientali in forme di produzione e consumo energetico più “pulite” ed efficienti.

L’intervento di Pieraldo Isolani, responsabile settore energia e ambiente di Adiconsum, ha preso in esame i finanziamenti per l’efficienza energetica delle unità abitative.

“A oggi” ha ricordato Isolani “le famiglie italiane hanno investito 3 milioni di euro, il 94% dei quali per abitazioni unifamiliari, mentre i condomini restano ancora al palo”.

Questo si accompagna con una generale tendenza a intervenire sulle singole componenti (ad es. serramenti) anziché sull’intera unità abitativa a causa della difficoltà di eseguire una diagnosi energetica “organica” sull’edificio, anche per una mancanza di figure qualificate e super partes, problema questo che rimanda all’annosa questione della qualificazione dei progettisti e degli operatori (ad es. installatori). Difficoltà, infine, anche dagli eccessivi vincoli legislativi e dalla scarsa volontà applicativa di buona parte delle amministrazioni pubbliche preposte alle autorizzazioni.

Di indici di efficienza energetica ha parlato Giuseppe Dell’Olio del GSE(Gestore dei servizi elettrici) che ha ricordato come il calo di produzione da 50 a 20 TW/h da cogenerazione ad alto rendimento non sarà legato a una chiusura degli impianti (che in Italia si stimano intorno ai 10000 MW), ma all’entrata in vigore del cosiddetto indice PES(Primary Energy Saving), che esprime il risparmio percentuale di combustibile primario che l’impianto in esame ha realizzato durante un anno solare.

Dell’Olio ha, infine, ricordato come tra le tecnologie di comune impiego nella cogenerazione, quella più “meritevole” di finanziamenti pubblici è il motore a combustione interna.

Marco Pezzaglia dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha esaminato il quadro normativo vigente, sottolineando la necessità di una maggiore semplificazione e un ricorso a tecnologie più efficienti.

“In questo momento di difficoltà” – ha proseguito Pezzaglia – “bisogna lasciare crescere il sistema in modo che reagisca, lasciando che si ponga in un secondo momento la questione degli oneri, che, allorchè il sistema industriale si sarà ripreso, potrebbero anche diminuire”.

Con la Giornata di Milano si conclude il Tour di quest’anno.

“Il nostro Obiettivo – sottolinea Sergio Dotti - è stato sin dall’inizio quello di sensibilizzare il grande pubblico degli operatori sulle opportunità della Cogenerazione, tecnologia ecosostenibile della Generazione distribuita per lo sviluppo della Efficienza energetica.

Si è aperto un importante “dialogo diretto e pubblico” Istituzioni/Operatori finalizzato ad un costante confronto di proposta per il comune obiettivo della Efficienza energetica e questo, ci incoraggia nel proseguire la strada intrapresa. Ed allora un Arrivederci al 2010”.

Gli Atti di COGENAinTOUR sono consultabili al seguente link:
http://www.ascomac.it/sezionet/pag379_t.aspx