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Come posare il cappotto termico: procedura passo passo ed errori da evitare

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Come posare il cappotto termico: procedura passo passo ed errori da evitare
Nella posa del cappotto termico, anche piccoli errori possono compromettere anni di prestazioni e causare danni strutturali irreversibili. Ecco come evitarli

L'isolamento termico degli edifici richiede competenze tecniche specifiche e una metodologia rigorosa che può fare la differenza tra un intervento efficace e un costoso fallimento.

La corretta posa del cappotto termico rappresenta uno degli interventi più delicati nella riqualificazione energetica, dove anche piccoli errori possono compromettere anni di prestazioni e causare danni strutturali irreversibili.

Professionisti e imprese edili si confrontano quotidianamente con sfide tecniche che richiedono non solo materiali certificati di qualità, ma soprattutto una conoscenza approfondita delle procedure operative e delle criticità da evitare durante l'installazione.

Preparazione del cantiere e verifica del supporto murario

Prima di iniziare qualsiasi intervento, la verifica del supporto murario diventa fondamentale per garantire che il sistema isolante aderisca perfettamente alla parete.

Questa fase preliminare comprende test specifici come la prova di spolvero per controllare la consistenza della superficie, la verifica della planarità e, quando sono presenti vecchi rivestimenti, il test di battittura dell'intonaco per valutarne la tenuta.

Le condizioni ambientali giocano un ruolo cruciale nel successo dell'intervento: le temperature devono mantenersi tra +5°C e +35°C nelle 24 ore successive alla posa, mentre i raggi solari diretti vanno schermati con appositi teli parasole sui ponteggi.

I materiali, dal collante ai pannelli isolanti, necessitano di uno stoccaggio accurato in locali asciutti e protetti dall'umidità per preservarne le caratteristiche tecniche.

Ogni tipo di supporto, che sia calcestruzzo, laterizio, blocchi di cemento cellulare o innovative pareti in legno X-lam, presenta caratteristiche specifiche che influenzano la scelta del collante e dei tasselli.

Un'analisi preliminare accurata permette quindi di personalizzare l'intervento in base alle esigenze strutturali dell'edificio, garantendo un ancoraggio sicuro e prestazioni durature nel tempo.

Fasi operative di posa: dal profilo di partenza alla tassellatura

L'installazione inizia con il profilo di partenza, una guida metallica fissata con tasselli ad espansione ad almeno 2 cm dal pavimento.

Questo elemento apparentemente semplice svolge una doppia funzione essenziale: protegge il cappotto dall'umidità di risalita e fornisce il riferimento perfetto per allineare tutta la struttura isolante che verrà costruita sopra.

Successivamente si procede con la posa dei pannelli isolanti dal basso verso l'alto, disponendoli come mattoni sfalsati di almeno 25 cm per evitare la formazione di giunti continui.

Il collante va applicato seguendo la norma UNI/TR 11715:2018, che prevede due metodi corretti: il cordolo perimetrale con punti centrali oppure la stesura su tutta la superficie con spatola dentata.

È fondamentale che l'adesivo copra almeno il 40% della lastra, creando una barriera continua che impedisce all'aria di infiltrarsi tra parete e isolante.

La fase di tassellatura richiede particolare attenzione alle tempistiche: per pannelli in EPS bianco, lana di roccia o sughero bisogna attendere 2-3 giorni, mentre con EPS grafitato o fibra di legno l'ancoraggio meccanico deve essere immediato.

I tasselli vanno posizionati secondo schemi precisi, preferibilmente a W, per distribuire uniformemente le sollecitazioni del vento e garantire la stabilità del sistema nel tempo.

Rasatura armata e finitura: tecniche professionali per risultati duraturi

Dopo un periodo di assestamento che varia dai 3 ai 10 giorni, inizia la delicata fase della rasatura armata.

Si applica il primo strato di rasante sulla superficie dei pannelli, poi si stende la rete in fibra di vetro procedendo dall'alto verso il basso, sovrapponendo i teli di almeno 10 cm per creare continuità strutturale.

La rete non va semplicemente appoggiata ma deve essere completamente annegata nel rasante ancora fresco, un passaggio che molti sottovalutano ma che risulta determinante per la resistenza del cappotto.

Gli elementi di rinforzo completano questa fase: paraspigoli negli angoli dell'edificio per proteggerli da urti accidentali e porzioni di rete posizionate a 45° presso finestre e porte per assorbire le tensioni che si concentrano in questi punti critici.

Una seconda mano di rasatura garantisce la completa copertura dell'armatura, creando uno strato uniforme pronto per la finitura.

Il sistema si completa con l'applicazione del primer, che prepara la superficie per il rivestimento finale di almeno 1,5 mm di spessore.

La scelta di prodotti vernicianti chiari con indice di riflessione superiore al 25% non è solo estetica ma funzionale, contribuendo a ridurre l'assorbimento del calore e aumentando la durabilità del cappotto che, se ben realizzato, può facilmente superare i 50 anni di vita.

Gli errori più gravi nella posa del cappotto termico

Tra tutti gli errori possibili, l'incollaggio per soli punti risulta particolarmente insidioso perché invisibile anche alle termocamere.

Questa tecnica scorretta, spesso adottata per risparmiare tempo e materiale, permette all'aria di circolare liberamente tra parete e pannello, aumentando drasticamente i consumi energetici rispetto alle previsioni progettuali.

Altrettanto grave è la sostituzione di elementi del sistema certificato con prodotti apparentemente simili ma non testati insieme.

Ogni componente del cappotto, dal collante alla rete, è studiato per lavorare in sinergia con gli altri: cambiarne anche solo uno può provocare incompatibilità chimiche o meccaniche che compromettono l'intero intervento.

Per questo motivo sempre più professionisti scelgono di frequentare il corso per posatore cappotto termico di Cefosmet, il quale consente di acquisire competenze specifiche per evitare questi errori che possono costare migliaia di euro in rifacimenti.

Il mancato sfalsamento dei pannelli crea pericolosi ponti termici lineari dove il calore trova vie preferenziali per disperdersi.

Similmente, lasciare fughe non sigillate tra gli elementi isolanti permette al rasante di penetrare creando discontinuità negli spessori e compromettendo l'uniformità termica della parete.

Durante la tassellatura, errori come la scelta di elementi troppo corti o lo sfondamento del pannello durante l'inserimento vanificano completamente l'ancoraggio meccanico del sistema.

La formazione del personale diventa quindi essenziale, integrando anche corsi per la sicurezza sul lavoro specifici per interventi in quota.

Questi percorsi formativi non solo riducono il rischio di incidenti sui ponteggi ma insegnano anche le corrette procedure operative, dall'uso dei DPI alla gestione dei materiali in cantiere secondo le normative vigenti.

Altri errori comuni includono la rete d'armatura solo appoggiata invece che annegata nel rasante, l'assenza di rinforzi angolari che espone gli spigoli a rotture premature, e l'utilizzo di materiali isolanti diversi sulla stessa parete.

Quest'ultimo errore è particolarmente critico perché materiali con coefficienti di dilatazione termica differenti creano tensioni che portano inevitabilmente a fessurazioni e distacchi.

Infine, dettagli apparentemente banali come il posizionamento del profilo di partenza a contatto diretto con il terreno o l'assenza di teli parasole durante la verniciatura finale possono compromettere drasticamente la durabilità dell'intervento, causando problemi di umidità o antiestetiche tracce del ponteggio sulla facciata.

La realizzazione di un cappotto termico efficace richiede quindi un approccio metodico dove ogni fase viene eseguita con precisione e attenzione ai dettagli.

Solo attraverso la combinazione di progettazione accurata, materiali certificati e manodopera qualificata è possibile trasformare un semplice intervento edile in un investimento duraturo che garantisce comfort abitativo e risparmio energetico per oltre mezzo secolo.