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Confprofessioni alla Camera: una riforma degli ordini approssimativa, astratta e fragile

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Gaetano Stella, presidente della Confederazione, ha illustrato davanti alla Commissione Giustizia della Camera tutte le criticità che ingessano il processo di riforma degli ordini


Nell’imminenza della scadenza del termine di metà agosto, entro il quale dovrà necessariamente essere emanato il regolamento governativo, molte soluzioni normative appaiono ancora confuse; ed il tempo per correggere queste approssimazioni appare davvero esiguo, mentre incombe la minaccia dell’abrogazione automatica delle norme incompatibili con i principi di delegificazione: un esito da scongiurare ad ogni costo”. È l’ultimo, accorato appello del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, per rimettere in carreggiata lo schema di regolamento sulla riforma degli ordinamenti professionali.

Martedì 24 luglio, il numero uno di Confprofessioni ha illustrato davanti alla Commissione Giustizia della Camera tutte le criticità che ingessano il processo di riforma degli ordini. “Una riforma” ha incalzato Stella “attesa dai professionisti da decenni, elaborata con approssimazione e senza dialogo, per di più costruita su di una struttura normativa fragile, esposta al rischio di assai probabili interventi correttivi da parte della Corte costituzionale”.

A poco più di 20 giorni dall’entrata a regime della riforma delle professioni, prevista dall’art. 3, comma 5 del decreto 138/2011, i margini di manovra sono risicatissimi, ma “la speranza è che questa occasione, opportunamente promossa dalla Camera dei Deputati, possa consentire di recuperare la pluralità dei contributi valutativi che il mondo delle professioni è in grado di esprimere”.

Nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia, Stella ha sottolineato più volte le difficoltà economiche che incontrano i professionisti, le tensioni fortissime tra “esigenze di modernizzazione delle forme del lavoro professionale e resistenze di conservazione”, le pretese di riconoscimento di attività tipiche dei professionisti che “vengono ora rivendicate da soggetti privi di requisiti formativi e non soggetti a sistemi di controllo deontologico”.

Lo schema di regolamento sulla riforma degli ordinamenti professionali “non può limitarsi al piano delle formulazioni normative astratte” ha detto Stella,”ma deve penetrare nel concreto dell’attività professionale”.