Il consumo di suolo continua a erodere il territorio italiano. Nel 2024, nuove superfici artificiali hanno coperto quasi 84 chilometri quadrati, un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km² di consumo netto, è il dato più elevato dell’ultimo decennio. Ogni ora scompaiono circa 10mila metri quadrati di terra naturale, mentre solo 5 km² vengono restituiti all’ambiente.
Secondo il Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, il fenomeno incide su qualità della vita e salute degli ecosistemi, ma mostra anche segnali incoraggianti grazie ai progetti di rigenerazione in corso. Accanto al Rapporto, l’EcoAtlante di ISPRA permette di osservare in tempo reale le trasformazioni territoriali attraverso mappe interattive e dati personalizzabili.
Nel 2024 sono stati ripristinati 5,2 km² di suolo, in calo rispetto agli 8,2 del 2023. L’Emilia-Romagna si distingue con 143 ettari recuperati, soprattutto grazie alla rinaturalizzazione di cave e aree di cantiere. Il tema del ripristino ha trovato nuovo slancio anche a livello europeo: il 23 ottobre 2025 il Parlamento UE ha approvato la prima Direttiva sul suolo, che punta a suoli sani e alla riduzione del consumo. Il sistema di monitoraggio SNPA, già allineato con le nuove norme, è stato un riferimento nella sua elaborazione.
I dati regionali e i settori in crescita
Più del 5% del territorio è ormai consumato in 15 regioni. Lombardia, Veneto e Campania sono in cima alla classifica. L’Emilia-Romagna guida per nuove perdite annuali (ma anche per gli nterventi di recupero), con 1.000 ettari consumati (l’86% reversibile), seguono Lombardia, Puglia, Sicilia e Lazio. Le crescite percentuali maggiori si registrano in Sardegna e Abruzzo.
Il fenomeno avanza anche in aree fragili: +1.303 ettari in zone a rischio idraulico e +600 in quelle soggette a frane. Sulle coste, il suolo coperto nei primi 300 metri dal mare supera di tre volte la media nazionale, mentre nelle città si perdono altri 3.750 ettari di verde.
Il fotovoltaico a terra rappresenta una nuova sfida: nel 2024 le superfici occupate da impianti tradizionali sono quadruplicate (oltre 1.700 ettari), con Lazio, Sardegna e Sicilia in testa. L’agrivoltaico, invece, cresce riducendo l’impatto sul terreno.
Infine, logistica e data center continuano a espandersi: dal 2006 oltre 6.000 ettari di suolo sono stati occupati da magazzini e infrastrutture digitali, con un’accelerazione in Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia.
I dati SNPA confermano l’urgenza di un cambio di rotta: serve passare da una logica di espansione alla rigenerazione del costruito, privilegiando il riuso delle aree dismesse per contenere davvero il consumo di suolo.
