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Costruzioni: qual è l’impatto del Coronavirus in Europa?

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Costruzioni: qual è l’impatto del Coronavirus in Europa?
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Durante il lockdown, le MPI italiane delle costruzioni hanno perso ricavi per 13 miliardi euro, con una riduzione del 62% del fatturato di marzo-aprile 2020. Ecco com’è andata in Europa

Le  misure restrittive applicate per contenere la diffusione del Coronavirus hanno bloccato il settore delle costruzioni italiano per due mesi, con conseguenze pesanti. Confrontiamo la situazione italiana con quella degli altri Paesi europei.

Come evidenziato da una recente analisi realizzata da Confartigianato durante il lockdown, le MPI delle costruzioni hanno perso ricavi per 13 miliardi euro, con una riduzione del 62% del fatturato di marzo-aprile 2020. Il comparto, in Italia, lo ricordiamo, è caratterizzato dalla presenza di mezzo milione di imprese e 1,3 milioni di addetti, con l’88,6% degli occupati che lavorano in micro e piccole imprese (MPI). Nelle imprese artigiane dell’edilizia e dell’installazione di impianti operano 705 mila addetti, più della metà (53,8%) del comparto.

Il confronto con gli altri Paesi europei

L’analisi delle stime di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, evidenziano che in diversi paesi europei non si è registrata la caduta dell’attività edilizia registrata in Italia. In ottica congiunturale, a marzo 2020 l’indice della produzione destagionalizzato nel settore delle costruzioni è diminuito rispetto a febbraio 2020 del 14,1% nell’area dell’euro e del 12,0% nell’UE. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni della produzione nell’edilizia sono state registrate in Francia (-40,2%), Italia (-36,2%) e Slovenia (-11,9%). Calo limitato al 2,5% in Spagna. In controtendenza, si osserva un aumento della produzione in Romania (+ 2,1%), Germania (+1,8%) e Paesi Bassi (+ 1,5%) e Svezia (+0,8).

In chiave tendenziale, la produzione nell’edilizia è diminuita del 15,4% rispetto a marzo 2019, nell’area dell’euro e del 13,4% nell’UE. Sempre nel confronto annuale (marzo 2020-marzo 2019) le maggiori diminuzioni della produzione nell’edilizia sono state osservate in Francia (-41,2%), Italia (-35,4%) e Belgio (-23,2%); si rileva un calo marcato anche per la Spagna (-15,5%). All’opposto, si registrano aumenti dell’attività in Romania (+ 28,1%), Germania (+ 5,1%), Polonia e Finlandia (entrambi con un + 1,5%) e Olanda (+1,4%)

Per l’Italia il primo trimestre dell’anno (grazie ad un ottimo andamento a gennaio, in parte corretto a febbraio) si chiude con un calo della produzione delle costruzioni del 10,6%, facendo meglio della Francia (-14,7%); anche la Spagna chiude il trimestre con una flessione della produzione dell’8,2%, mentre la Germania registra un aumento del 7,6%.

In un settore caratterizzato da una significativa presenza di domanda per investimenti pubblici in costruzioni (seppure diminuita di 14,9 miliardi di euro nell’arco di due cicli recessivi) e in presenza di una crisi di liquidità delle imprese, assumono grande rilevanza il volume e la tempestività dei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni committenti. Su questo fronte, va segnalato che, a marzo 2020, si è registrata una frenata dei pagamenti per la spesa per manutenzioni dei Comuni italiani, in diminuzione del 2,1% rispetto a marzo di anno prima, mentre si delinea un segnale di recupero ad aprile.