Costruzioni: quanto vale davvero l’industria italiana?

di Marco Zibetti
Approfondiamo e definiamo il valore di casa e costruzioni nell’economia italiana tra investimenti, occupazione e nuove sfide della Legge di Bilancio

Dietro ciò che chiamiamo “casa” si muove una parte enorme dell’apparato produttivo nazionale: il settore delle costruzioni. Ed è proprio da qui che prende forma l’indagine Cresme, punto di partenza per un confronto con parti sociali e datoriali su un settore che oggi più che mai chiede una visione chiara.
“Casa e ambiente costruito rappresentano il nuovo paradigma per lo sviluppo e la coesione sociale del Paese”, afferma il segretario Fillea Cgil, Antonio Di Franco. Un settore che, ricorda, vale “il 32% del valore aggiunto nazionale”. Numeri che mostrano quanto il comparto sia decisivo mentre le politiche governative “vanno in direzione opposta alla crescita”.
Secondo Di Franco, la risposta dell’esecutivo all’emergenza abitativa è debole: risorse minime per gli affitti calmierati, misure insufficienti per la morosità incolpevole e un ddl sugli sfratti che rischierebbe di lasciare a terra migliaia di famiglie. A ciò si aggiungono tagli a opere strategiche e l’assenza di un piano stabile per incentivi fiscali ed efficientamento energetico.
Il rapporto Fillea Cgil-Cresme evidenzia come la spinta degli ultimi anni sia arrivata da investimenti pubblici, bonus e PNRR: leve oggi ridimensionate proprio mentre la domanda di nuove abitazioni cresce. Senza una rotta precisa, avverte lo studio, dal 2026 potrebbe aprirsi una fase di rallentamento profondo, con ripercussioni anche su servizi e welfare.
Il nodo casa resta centrale. Federcasa stima 250.000 famiglie in attesa di un alloggio ERP, mentre per colmare il fabbisogno servirebbero circa 35 miliardi, contro poche centinaia di milioni previsti dalla manovra. Un divario che rende urgente, secondo il sindacato, una revisione delle priorità e una gestione più efficiente delle risorse europee.
La fotografia occupazionale conferma la forza del settore: tra il 2019 e il 2025 l’occupazione nelle costruzioni è cresciuta del 24,6%, contribuendo da sola a oltre il 30% dell’aumento complessivo dei posti di lavoro. Una dinamica che dimostra quanto questo comparto trascini filiere, servizi e domanda interna.

Costruzioni: le conclusioni di Fillea Cgil

Resta una conclusione netta: senza un progetto credibile sulla casa e sulle costruzioni, l’Italia rischia di frenare proprio dove negli ultimi anni aveva ritrovato slancio. Le basi per ripartire ci sono, ma serve la volontà politica di riconoscere il peso reale del settore e trasformarlo in una strategia di sviluppo.


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