D-Day: anche CNAPPC e Aniem aderiscono all’iniziativa contro i ritardi nei pagamenti

Lavori pubblici di Marco Zibetti
Il Consiglio Nazionale degli Architetti e l’Associazione delle imprese edili e manifatturiere sono preoccupati per la grave situazione, non più sostenibile per professionisti e imprese


"Il lavoro deve essere pagato in tempi ragionevoli e certi. Non sono più tollerabili i ritardi, anzi i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione ai professionisti e alle imprese che si trovano a fronteggiare, sia pure da angolature diverse, le conseguenze della crisi economica. Per questo motivo il Consiglio Nazionale degli Architetti - anche nella  qualità di componente degli Stati Generali delle Costruzioni - aderisce al D-Day indetto dall'Ance per il prossimo 15 maggio". Così Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani,  nel corso della Conferenza degli Ordini provinciali.

 "La questione dei ritardi dei pagamenti da parte della P.A., arrivati ormai a una media di 180 giorni - aggiunge - è  grave soprattutto perché si somma a quella relativa all'estrema difficoltà, se non impossibilità, di accesso al credito ed inasprisce il pesante  tributo che i 150 mila architetti stanno pagando all'attuale situazione economica: si trovano ad  operare in un mercato della progettazione enormemente contratto, sceso negli ultimi anni del 30% - poiché riflette le gravi difficoltà in cui versa l'edilizia - e che sta provocando, insieme all'aumento delle tasse, la conseguente riduzione dei fatturati e, in molti casi, la chiusura degli Studi professionali di medie e piccole dimensioni".

"Ad essere particolarmente colpiti - aggiunge ancora - sono soprattutto i giovani architetti, che rappresentano il 40% dei nostri iscritti, molti dei quali ogni giorno  sono costretti ad abbandonare la loro professione per esercitare la quale hanno compiuto un percorso universitario di  5 anni. Ciò è un danno irreparabile, innanzitutto alla loro dignità di professionisti, ma procura anche una grave perdita al nostro Paese, privato di talenti ai quali dovrebbe, invece, essere affidata la difesa e la valorizzazione di quello che sarà il futuro paesaggio italiano".

 "Ci preoccupa anche la norma - conclude - contenuta nella "delega fiscale", secondo la quale i professionisti singoli o associati dovrebbero compilare bilanci per competenza e non per cassa. La proposta del Governo, non ancora chiarita, permetterebbe - come avviene per le società - di scaricare fiscalmente tutte le spese, ma costringerebbe i professionisti a pagare l'Iva all'emissione della fattura, ancorché quest'ultima non ancora pagata dal cliente: situazione che sarebbe insostenibile considerati i tempi medi di pagamento dei privati e della PA".

Anche l'Aniem scende in campo a tutela delle proprie imprese. L'Associazione già da tempo offre assistenza legale a chi decide di interrompere i lavori, anche se si tratta, purtroppo di una cautela onerosa e chiede l'immediato recepimento della direttiva europea che prevede espressamente, a differenza della precedente, il settore delle opere pubbliche tra i suoi ambiti di applicazione (il Parlamento Europeo ha imposto il limite per il pagamento di una fattura per beni e servizi, sia nel settore pubblico sia in quello privato, di 30 giorni).

Si tratta di una condizione ormai insostenibile per la quale occorrono interventi immediati per non vedere in via definitiva destrutturato un sistema produttivo costituito, per lo più, da micro, piccole e medie imprese.

Aniem ribadirà tale posizione il 15 maggio in occasione del D-Day, un vero e proprio atto di ribellione contro i mancati pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni che, secondo le stime dell'Aniem, vanno ormai da uno a tre/quattro anni.

"Non potrà esserci nessuna ripresa economica né misura valida di sostegno al sistema produttivo nazionale senza la garanzia di avere il corrispettivo nella quantità e nei tempi pattuiti " afferma il Presidente di Aniem Dino Piacentini. E aggiunge: "Non siamo più di fronte ad un ritardo dei pagamenti, che sarebbe già di per sé grave ed inammissibile: Siamo alle prese con un sistema economico inefficace e squilibrato non fondato su reciproche obbligazioni".

 La realtà già drammatica degli ultimi anni è ora intollerabile in presenza di una contrazione dei mercati che sta portando al collasso un settore trainante per l'intera economia e che, come noto, è strutturalmente connotato da piccole e medie imprese che sulla rimuneratività dei lavori eseguiti fondano la loro capacità di essere competitivi.

 "La spesa pubblica per investimenti sia centrale che locale - conclude Piacentini - non può rinunciare all'edilizia e alle infrastrutture. Prima ne prendiamo atto e prima ci rimbocchiamo le maniche. L'apparato statale deve spendere meno e arrivare a tagliare i costi superflui. Possiamo uscire da questa disastrosa situazione solo con un patto di solidarietà nazionale facendo insieme le riforme strutturali".

L'attuale ritardo/blocco dei pagamenti configura un dissesto finanziario del sistema imprenditoriale sul quale Aniem chiede a tutte le Istituzioni un intervento immediato e responsabile.


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