DDL Architettura: ingegneri critici, ecco la loro posizione

di Marco Zibetti
Il DDL Architettura non piace al CNI: serve dialogo tra ingegneri, architetti e tutte le professioni tecniche per garantire opere pubbliche sicure e di qualità

Il dibattito sul DDL Architettura accende gli animi e divide le professioni. Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ribadisce il valore della qualità progettuale nello spazio pubblico, ma avverte: non è con soluzioni divisive che si costruisce il futuro del Paese. Per garantire opere belle, sicure ed efficienti, serve un confronto vero e inclusivo con tutte le competenze tecniche, senza scorciatoie che rischiano di rallentare i processi e aumentare i costi.
"La bellezza è fondamentale, ma da sola non basta - sottolinea il presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini -. Abbiamo bisogno di opere pubbliche belle e al tempo stesso sicure, sostenibili ed efficienti. Questo è possibile solo con la collaborazione tra architetti, ingegneri e le altre professioni coinvolte”.
Secondo il CNI, il disegno di legge attribuisce un ruolo esclusivo all’architettura anche in interventi a forte componente ingegneristica, come infrastrutture, opere idrauliche e impianti complessi. La previsione del concorso come procedura obbligatoria per quasi tutte le opere rischia di appesantire tempi e costi, senza garanzie sulla qualità. Criticata anche l’esclusione dell’esperienza pregressa nella selezione dei progettisti: per il CNI, innovazione e competenza devono procedere insieme.

DDL Architettura: no a una regia esclusiva

Ulteriore punto critico è l’assegnazione della regia esclusiva al Ministero della Cultura, senza un chiaro coordinamento con MIT, ANAC e Codice dei Contratti. Una scelta che, secondo gli ingegneri, può generare incertezze applicative e rallentamenti.
”Non si può scegliere una procedura progettuale come si sceglie un vestito taglia unica: un ponte non è un museo”, osserva Perrini. Da qui l’appello a un percorso di lavoro congiunto con architetti e altre professioni della Rete delle Professioni Tecniche (RPT), così da trasformare il confronto in una vera opportunità di crescita.
Il vicepresidente del CNI e rappresentante nella RPT, Elio Masciovecchio, conferma: “La RPT è il luogo ideale per costruire una visione comune. Siamo pronti a discutere con architetti, geologi, agronomi, geometri, periti e con tutte le professioni tecniche, per trovare soluzioni condivise che valorizzino ogni professionalità”.
E conclude: “Il nostro è un invito aperto alla collaborazione. Il futuro delle città e la qualità della vita dei cittadini dipendono da scelte multidisciplinari e condivise”.


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