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Ddl Lavoro: ancora ombre su autonomi e professionisti?

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Ddl Lavoro: ancora ombre su autonomi e professionisti?
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Secondo Confprofessioni, il Ddl Lavoro lascia aperte alcune questioni rilevanti per il comparto del lavoro autonomo libero-professionale. Scopriamo di più

Il nuovo Ddl Lavoro tutela a sufficienza i lavoratori autonomi e i liberi professionisti? A quanto pare no. Leggiamo il parere di Confprofessioni sul provvedimento.

“Il disegno di legge sul lavoro corregge e aggiorna la normativa in materia per renderla più snella e adatta alle trasformazioni del mercato del lavoro. Apprezziamo il provvedimento che interviene con modifiche puntuali in materia di razionalizzazione, correzione ed efficientamento delle norme esistenti. Tuttavia, il ddl lascia aperte alcune questioni rilevanti per il comparto del lavoro autonomo libero-professionale”. È quanto ha dichiarato la Confederazione che rappresenta i liberi professionisti davanti alla commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera in merito al disegno di legge recante “Disposizioni in materia di lavoro”.

Confprofessioni ha accolto positivamente anche l’attenzione da parte delle istituzioni verso il tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, ma ritiene necessarie misure di semplificazione degli adempimenti relativi alla valutazione dei rischi negli uffici e nelle aziende a basso rischio infortunistico. Secondo Confprofessioni, sono infatti “molte le procedure che gravano pesantemente sui costi e sull’organizzazione delle piccole e medie strutture, senza apportare alcun miglioramento in termini prevenzionistici e di tutela, e senza attenzione alle specificità dei diversi settori coinvolti”.

Tutele sociali e Fondo di solidarietà bilaterale

Sul fronte delle tutele sociali dei lavoratori autonomi, Confprofessioni ha proposto poi due correttivi all’Iscro, l’Indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa per i liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inps, diventata strutturale con l’ultima Legge di Bilancio. Il primo riguarda il requisito della mancata iscrizione alla Gestione separata, al fine di evitare un numero elevato di respingimenti della domanda; il secondo, invece, concerne il riconoscimento della contribuzione figurativa dell’Iscro agli autonomi che usufruiscono di tale misura, come già avviene per altri ammortizzatori sociali.

Confprofessioni, inoltre, ha evidenziato che il mancato recepimento dell’Accordo di adeguamento del Fondo di solidarietà bilaterale per le attività professionali, costituito dalla Confederazione insieme a Cgil, Cisl e Uil oltre un anno fa, sta impedendo di estendere le tutele del Fondo agli studi professionali con meno di 3 dipendenti. “Più in generale crediamo che gli interventi di promozione e sostegno al welfare aziendale a favore dei dipendenti e delle loro famiglie andrebbero accompagnati, in un’ottica di equità tra categorie di lavoratori, dal parallelo impegno per il consolidamento delle reti di assistenza mutualistica tra professionisti e lavoratori autonomi”, ha concluso.

 

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