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Decreto del Fare: le associazioni si schierano contro l’introduzione del Durt

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Per l’Ance è una stortura da cancellare, per Confartigianato Costruzioni un nuovo mostro burocratico. La vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta apre a una possibile soppressione


In un momento così duro e difficile per le imprese è contro ogni ragionevolezza introdurre uno strumento come il Durt che aggiunge ulteriori oneri burocratici e rischia di bloccare i pagamenti alle imprese, già tartassate dallo Stato, senza aumentare l’efficacia dei controlli”. Questo il commento del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, alla norma introduttiva del Durt contenuta nel Dl Fare in approvazione alla Camera.  In pratica le imprese appaltatrici e subappaltatrici, per poter essere pagate dai committenti, dovranno ottenere dall'Agenzia delle Entrate il Documento unico di regolarità tributaria, che attesta l'inesistenza di debiti tributari da parte dell'azienda.

Non possiamo tollerare - aggiunge Buzzetti - che si introducano strumenti normativi punitivi per le imprese dell’edilizia già piegate da una crisi senza precedenti che sta mettendo a rischio l’intero comparto industriale”.

Auspichiamo che l’apertura fornita oggi dalla vicepresidente Lanzillotta apra la strada a una soppressione della norma in Senato, come richiesto dal mondo imprenditoriale e da autorevoli rappresentanti istituzionali e parlamentari, ristabilendo il giusto equilibrio tra i doveri dello Stato e quelli delle imprese - conclude il presidente dell’associazione costruttori che aggiunge - se questo impegno verrà tradito scenderemo in piazza”.

il Presidente di Confartigianato Costruzioni, Arnaldo Redaelli, giudica invece il Durt ''un nuovo mostro burocratico. Un adempimento inutile e complicato che rischia di dare il colpo di grazia alle imprese del settore costruzioni alle prese con una crisi profonda che, nel 2102, ha provocato la perdita di 122.000 addetti e 61.844 aziende. Chiediamo al Parlamento che venga cancellato''.

''Un meccanismo assurdo e kafkiano - sostiene Redaelli - con il quale si chiede agli imprenditori di comunicare periodicamente al Fisco i dati delle buste paga per consentire all'Agenzia delle Entrate di accertare che le imprese sono in regola. Ed e' tanto piu' incomprensibile poiche' e' inutile al fine di verificare il corretto versamento delle ritenute. L'obbligo per le imprese di versare le ritenute e' indipendente dal diritto del contribuente di scomputarle dalla propria dichiarazione, una volta ottenuta la certificazione''.

''Il Durt - sottolinea Redaelli - contraddice la volonta' piu' volte dichiarata dal Governo di semplificare gli adempimenti a carico delle imprese e rischia di vanificare gli effetti degli incentivi varati dall'Esecutivo per gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico in edilizia. Se il Parlamento non cancellera' questo adempimento, ne andra' del futuro delle nostre imprese''.