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Decreto Sviluppo: cancellata la norma sui diritti di superficie delle spiagge

Lavori pubblici di
La notizia ha suscitato molte reazioni positive, come quella dei sindaci, riuniti sotto l’egida dell’Anci, e dell’Istituto Nazionale di Urbanistica


Via dal decreto sviluppo la norma sui diritti di superficie delle spiagge. Lo ha riferito il relatore al provvedimento, Maurizio Fugatti. Il governo e i relatori hanno accolto alcuni emendamenti soppressivi della disposizione che introduceva, appunto, il diritto di proprieta' degli arenili della duarta di 20 anni.

La notizia che la Commissione Finanze di Montecitorio ha deciso di stralciare dal decreto e destinare ad altro provvedimento le previsioni in materia di demanio marittimo ha suscitato molte reazioni positive, in primis quella dei Sindaci riuniti a Roma per condividere una posizione unitaria da rappresentare al Governo. “Accogliamo con soddisfazione la decisione di sopprimere i primi tre commi del decreto sviluppo”. Questo il primo commento del Presidente della Commissione Turismo ANCI e Sindaco di Porto Sant’Elpidio, Mario Andrenacci.

Il semplice stralcio rappresenta però un’occasione mancata per modificare ed innovare una normativa oramai obsoleta” ha aggiunto il Sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti.

A questo punto - prosegue - speriamo di avere il tempo per lavorare con serenità ad un provvedimento che ci traghetti verso la scadenza fatidica del 31.12.2015 e chiediamo di essere ascoltati al più presto nelle opportune sedi istituzionali per poter dare il nostro contributo alla rilettura della normativa demaniale, alla valorizzazione degli investimenti degli imprenditori italiani, alla tutela del nostro litorale e alla creazione delle condizioni per escludere le concessioni demaniali a finalità turistico-ricreativa dalla direttiva servizi”.

Anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha espresso soddisfazione per la cancellazione della norma. L’Inu aveva già denunciato che il provvedimento, così come era stata formulato nel decreto sviluppo, stabiliva una sostanziale privatizzazione di tale aree per un periodo troppo lungo. Si sarebbe eliminata qualsiasi forma di concorrenza per la ricerca delle migliori soluzioni d’uso e di tutele per tali parti fondamentali del nostro territorio, che sono anche componenti primarie del nostro paesaggio.

L’Inu auspica che un intervento del genere vada pensato, in ogni caso, all’interno di una logica di programmazione integrata degli interventi per il rilancio del comparto turistico e in una cornice di pianificazione territoriale e paesaggistica. L’Inu invita i cittadini, le associazioni e le forze politiche a vigilare perché non si ripeta il tentativo di legiferare in maniera frettolosa e dannosa su questioni così centrali, che riguardano il nostro paesaggio e quindi tutti noi.