Si è svolta il 31 ottobre l'audizione informale dell'Ance presso la Commissione Industria del Senato in merito all’esame, in prima lettura, del disegno di legge di conversione del Decreto legge 179/2012 recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (DDL 3533/S).
Il Presidente, Ing. Paolo Buzzetti, che ha guidato la delegazione associativa ha sottolineato in premessa che le misure adottate dal Governo con il Decreto Sviluppo (DL 83/2012) - quali il potenziamento delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, il ripristino dell’IVA sulle cessioni e locazioni, il Piano Città, la semplificazione edilizia - pur rappresentando il punto di partenza per la definizione di una vera politica industriale delle costruzioni, si stanno rivelando inefficaci nel contrastare, nel breve periodo, la gravissima crisi che ha investito il settore delle costruzioni.
In particolare, il Piano città che rappresenta una grande opportunità, su cui è necessario concentrare gli sforzi, richiede tempi mediamente lunghi per produrre effetti sullo sviluppo e sulla crescita. Le misure previste, quindi, non sono sufficienti a rimettere in moto un settore, quello delle costruzioni, che sta vivendo la recessione più grave dal dopoguerra ad oggi.
Secondo i dati Ance, gli investimenti in costruzioni registreranno nel 2012 una nuova flessione del 6%, peraltro, recentemente confermata dalla nota di aggiornamento del DEF 2012 che ha rivisto al ribasso le stime elaborate sei mesi fa.
In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni avrà perso più di un quarto (-25,8%) degli investimenti, riportandosi ai livelli della metà degli anni ‘70. Soffrono tutti i comparti, a partire dalla produzione di nuove abitazioni, che nel quinquennio avrà perso il 44,4%, l’edilizia non residenziale privata, con una diminuzione del 27,9%, e i lavori pubblici, che registrano una caduta del 37,5%. In questo comparto la contrazione è iniziata nel 2005 e complessivamente la flessione raggiunge il 44,7%.
Il Presidente ha, inoltre, evidenziato che tale contesto potrà essere ulteriormente peggiorato dalle misure contenute nella Legge di Stabilità per il 2013 che rischia di produrre un ulteriore effetto depressivo sul settore delle costruzioni. La rimodulazione delle deduzioni e delle detrazioni IRPEF che colpisce i mutui per la prima casa comprometterà ancor di più il mercato immobiliare, che sta vivendo già da cinque anni una situazione di forte difficoltà che non accenna ad esaurirsi (il numero di abitazioni compravendute nel quinquennio 2007-2011 si è ridotto del 31,2% e ha registrato un ulteriore flessione del 22,6% nel primo semestre 2012). Sul mercato delle opere pubbliche, invece, l’irrigidimento del Patto di stabilità interno, di fatto, annullerà completamente i benefici dell’aumento delle risorse (+17%) per le opere pubbliche.
Eppure le costruzioni rappresentano uno dei settori principali della nostra economia dal quale dipende la produzione e l’occupazione di un significativo numero di altri settori produttivi. Le costruzioni, infatti, acquistano beni e servizi dall’80% dell’insieme dei settori economici, rivolgendosi quasi esclusivamente a produzione interna.
Gli effetti moltiplicativi delle costruzioni sull’economia sono importantissimi. Una domanda aggiuntiva di 1.000 milioni di euro nelle costruzioni genera effetti diretti, indiretti e indotti, pari a 3.374 milioni di euro e un aumento in termini occupazionali di circa 17.000 unità, di cui circa 11.000 nel settore delle costruzioni e 6.000 negli altri settori.
Il Presidente si è, quindi, soffermato sull’importanza del decreto legge 179/2012 per l’avvio di una nuova fase di sviluppo basata sull’innovazione e sul rafforzamento della competitività delle imprese, sottolineando, però, che lo stesso dovrebbe contenere misure più incisive in grado di dare un sostegno concreto e immediato al settore delle costruzioni.
Al riguardo, ha ricordato la necessità di agire con la massima urgenza sui pagamenti della PA, nonché di definire uno strumento per limitare gli effetti negativi del Patto di stabilità interno sugli investimenti degli enti locali. In materia di politica infrastrutturale, ha evidenziato l’importanza della certezza e della continuità delle risorse pubbliche da destinare, in tempi brevi, alla concreta realizzazione delle infrastrutture, nonché l’opportunità di introdurre modifiche normative volte a favorire gli affidamenti di lavori pubblici e a non aumentare i rischi in capo all’appaltatore, già fortemente provato dalla crisi economica.
Per il mercato immobiliare, ha rilevato la necessità di un intervento urgente finalizzato a riattivare il circuito finanziario per l’accesso delle famiglie al bene casa. In questo modo si potrà sostenere il settore immobiliare e sfruttare, per tale via, le potenzialità di traino del comparto sull’intera economia. In proposito, ha evidenziato che l’Ance ha predisposto alcune proposte in grado, da un lato, di riattivare la raccolta finanziaria a medio-lungo termine da parte delle banche e, dall’altro, di contenere i rischi di insolvenza che le famiglie italiane potrebbero correre a causa del protrarsi della crisi.
Si è, poi, soffermato sulle disposizioni fiscali previste nel decreto, esprimendo apprezzamento per quelle che introducono un credito d’imposta per la realizzazione di nuove infrastrutture. Si tratta di un importante principio, da tempo sostenuto dall’Ance con l’auspicio che possa, per il futuro, assumere rilevanza generale. Ha, tuttavia, espresso perplessità sulla disposizione che fissa un limite minimo di 500 milioni di euro di valore dell’opera per accedere ai benefici.
Ha, altresì, evidenziato l’esigenza di introdurre alcune disposizioni dirette ad eliminare le distorsioni dell’attuale sistema tributario che oggi colpiscono le imprese con pesanti oneri fiscali ed amministrativi a danno dell’attività produttiva. Così come, ha sottolineato la necessità di un intervento per abbattere il costo del lavoro in edilizia, al fine di favorire la ripresa del settore. Il Presidente ha proseguito illustrando una serie di proposte sulle tematiche di interesse, in grado di riattivare concretamente gli investimenti e sostenere il settore delle costruzioni.