DL Economia: come migliorarlo? Le proposte delle imprese

di Marco Zibetti
Il DL Economia rilancia rigenerazione urbana, infrastrutture e ricostruzione post-sisma, ma servono correttivi urgenti per far ripartire i cantieri

Il DL Economia porta con sé segnali incoraggianti per il mondo delle costruzioni, e l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, non nasconde un cauto ottimismo. Dalla rigenerazione urbana agli investimenti in infrastrutture, passando per la ricostruzione post-sisma e la gestione dei rincari, il decreto contiene misure che possono fare la differenza, ma che necessitano di chiarimenti urgenti per evitare blocchi e disparità.
Tra i punti più apprezzati, l’istituzione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana. "Un segnale concreto dell’impegno pubblico a sostegno delle politiche di riqualificazione delle città", ha dichiarato la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, in audizione al Senato. Con 80 milioni di euro stanziati per il biennio 2025-2026, il Fondo rappresenta una prima base per sostenere gli interventi previsti dal disegno di legge in discussione. L’associazione auspica un rafforzamento della dotazione e una sinergia con i fondi europei 2021-2027.
Positivo anche il giudizio sulle altre misure del decreto: dal ripristino dei fondi per le strade provinciali alla proroga del Superbonus al 110% per le spese del 2026 legate alla ricostruzione post-sisma in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. “Queste misure - ha precisato Brancaccio - consentiranno di proseguire il positivo lavoro svolto dalla struttura commissariale”.

DL Economia: l’Ance segnala le criticità

Non mancano però le criticità. In particolare, l’articolo 26, comma 6-ter, esclude dall’adeguamento prezzi i contratti finanziati dal Fondo per le opere indifferibili (Foi), generando blocchi su oltre 5.000 cantieri e penalizzando 2.500 imprese. "Un’interpretazione restrittiva e incoerente con la ratio della norma", ha sottolineato Brancaccio. L’Ance propone un intervento normativo che permetta di applicare l’adeguamento solo alle lavorazioni non già coperte dal Foi o, in alternativa, un meccanismo revisionale ad hoc operativo dal 2025.
Infine, bene il reintegro dei 350 milioni per la manutenzione delle strade provinciali, ma i tagli estesi fino al 2036 preoccupano: “Serve ripristinare tutte le risorse tagliate - ha concluso Brancaccio - per garantire investimenti infrastrutturali continui e pianificabili”.


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