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Ecobonus e sconto in fattura: le PMI non ci stanno

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Avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea e all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato. Ma perché lo sconto in fattura è così dannoso?

Il DL Crescita ha introdotto una norma davvero controversa. Questa introduce la possibilità per i beneficiari dell’ecobonus di cedere il credito d’imposta al fornitore, ottenendo in cambio uno sconto in fattura di pari entità.

Oltre 60 imprese dei settori impianti, legno ed arredamento associate alla CNA hanno avviato un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea ed all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato affinché venga accertata l’illegittimità della norma, per violazione del diritto comunitario e/o nazionale della concorrenza.

“Il provvedimento varato dal Parlamento - ha dichiarato Carmine Battipaglia, Presidente CNA Installazione Impianti - ci ha convinto ad attivarci a tutela delle piccole imprese. D’intesa con la Confederazione - prosegue il Presidente degli impiantisti CNA - ci siamo attivati per ricorrere sia all’AGCM che alla Commissione Europea per ottenere la cancellazione dell’articolo 10 del DL Crescita”.

Perché lo sconto in fattura è così dannoso?

“Lo riteniamo un tentativo di favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi operatori, con conseguente alterazione della concorrenza rappresentando un indebito aiuto di stato per le grandi imprese a danno delle piccole e medie”.

I lavori di efficientamento energetico registrano volumi rilevanti. Nel 2017, secondo il Rapporto ENEA, sono stati realizzati 422.000 interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, che hanno usufruito dell’Ecobonus per circa 3.700 milioni di euro di investimenti attivati e l’anno scorso il volume è stato di 334.000 mobilitando 3.300 milioni di euro.