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Edilizia carceraria: parla la Ministra Marta Cartabia

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Edilizia carceraria: parla la Ministra Marta Cartabia
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Per l’edilizia carceraria “occorre fare molto”, ha dichiarato la Ministra, che non s’è limitata a questo. Leggiamo le sue soluzioni a questo problema

Il patrimonio italiano di edilizia carceraria non versa in buone condizioni. Ma la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, s’è espressa con parole ancora più nette. Leggiamo il suo intervento in Senato, nell’ambito della relazione sull'amministrazione della giustizia.

"Occorre fare molto anche per le strutture edilizie. Alcune non sono degne del nostro Paese e della nostra storia", ha dichiarato.

Cosa fare per migliorare la situazione?

"Il tema degli spazi - ha sottolineato - richiede anzitutto interventi finalizzati a garantire le essenziali condizioni di decoro e igiene, ma implica anche un ripensamento dei luoghi, in modo che essi non siano solo 'contenitori stipati di uomini', ma ambienti densi di proposte. Attività, cultura, e soprattutto lavoro. Solo così si assolve appieno al valore costituzionale della pena, che non può essere un tempo solo di attesa (del fine pena), ma di ricostruzione. E in questa prospettiva, mi piace ricordare, si sono mossi i lavori della Commissione sull'architettura penitenziaria che al mio arrivo al Ministero stava terminando il suo compito, con fecondi suggerimenti".

"In quest'ottica, nell'ambito dei fondi complementari al PNRR, è stata prevista la realizzazione di otto nuovi padiglioni. Si tratta di ampliamenti di istituti già esistenti, che riguardano tanto i posti disponibili (le camere) quanto gli spazi trattamentali: questo è un aspetto su cui abbiamo corretto precedenti progetti. Nuove carceri, nuovi spazi, non può significare solo nuovi posti letto. Oltre alle risorse del PNRR, per il triennio 2021-2023, abbiamo anche previsto circa 381 milioni per le indispensabili ristrutturazioni e l'ampliamento degli spazi".