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Edilizia residenziale, troppi sprechi energetici

Energie rinnovabili di
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Il Cnpi, in collaborazione col Censis, ha presentato il rapporto “Strategie e scelte quotidiane per la sicurezza energetica”, stimando in 8 mld il costo annuo dello spreco energetico nel settore residenziale


Case, uffici, scuole, un costo elevato per l'energia
. Il costo annuo dello spreco energetico nel settore residenziale e', infatti, di oltre 8 mld di euro, l'equivalente di una finanziaria, che si ripete puntualmente ogni anno. Lo rileva il VI rapporto annuale su ''Strategie e scelte quotidiane per la sicurezza energetica'', realizzato dal Consiglio nazionale dei periti industriali (Cnpi) in collaborazione con il Censis e presentato a Roma.

Per Giuseppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, ''questa tassa da nessuno voluta, ma da tutti pagata, potrebbe essere drasticamente ridotta se finalmente si adottassero procedure accurate per la progettazione delle opere, per i collaudi e per la diagnosi e la certificazione energetica degli edifici''.

Dal rapporto emerge un quadro fatto di luci e ombre che mette in rilievo anche la forte dipendenza energetica dai mercati esteri: a fronte di una media europea del 53,8% l'Italia presenta, infatti, un valore ben piu' elevato pari all'86,8% nel 2006, posizionando cosi' il nostro paese al 5* posto della relativa graduatoria, superato solo da Cipro, Malta, Lussemburgo e Irlanda. Siamo quindi un paese a dipendenza di idrocarburi.

Quanto alle fonti rinnovabili (idrico, eolico, solare, geotermica, biomasse) l'indagine evidenzia come nel quinquennio 2003-2007 la loro produzione lorda e' cresciuta del 3% e il consumo legato a fonti rinnovabili e' salito del 10%. Solo il 14,2% della produzione di energia elettrica deriva dalle rinnovabili, il 13,6% dall'importazione netta e 72,2% dalla produzione tradizionale.

Non solo dati negativi pero', perche' il rapporto evidenzia come i margini di miglioramento rispetto agli sprechi energetici ci siano: gli italiani e i giovani dai 18 ai 30 anni mostrano di essere abbastanza responsabili nei loro comportamenti che hanno un riflesso diretto o indiretto negli sprechi di energia.

L'uso di materiali riciclati (72,4%), la raccolta differenziata dei rifiuti (85,2%), l'uso della doccia piuttosto che del bagno in vasca (69,3%) sono solo alcuni esempi di consapevolezza energetica dei giovani italiani, che assumono sotto questo profilo comportamenti del tutto virtuosi.