Un settore chiave come quello dell’edilizia non può più permettersi norme confuse e continue sovrapposizioni legislative. È questo, in sintesi, il messaggio lanciato dall’Ance durante l’audizione alla Commissione Ambiente della Camera, dove l’Associazione dei costruttori ha espresso una valutazione positiva sulla riforma organica della disciplina edilizia, purché la delega al Governo “produca un quadro normativo chiaro, coerente e realmente semplificato”, ha sottolineato il vicepresidente Stefano Betti.
Per l’Ance, il comparto delle costruzioni deve affrontare le grandi sfide imposte dagli obiettivi europei e internazionali (riduzione del consumo di suolo, efficienza energetica, decarbonizzazione e sviluppo degli spazi verdi), che richiedono una trasformazione profonda orientata alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione del patrimonio esistente. In questo contesto, la revisione del Dpr 380/2001 è considerata una priorità, dopo anni di interventi parziali che hanno frammentato il quadro normativo.
L’Associazione guarda con favore ai disegni di legge C 2332 e C 535, che puntano a un nuovo “testo unico” dell’edilizia e a un riordino complessivo della materia. Ma chiede di prevedere una disciplina transitoria che accompagni la riforma rispetto ai procedimenti già avviati e agli strumenti urbanistici in vigore.
Tra i principi fondamentali indicati, spicca l’esigenza di un chiaro equilibrio tra competenze statali e regionali, per evitare conflitti e garantire uniformità sul territorio. Va inoltre preservata la distinzione tra urbanistica ed edilizia, concentrando la riforma su regole e procedure costruttive.
Sul piano tecnico, le proposte di Ance sono una razionalizzazione delle categorie edilizie, la valorizzazione della demolizione e ricostruzione come leva per la rigenerazione urbana e una semplificazione dei titoli abilitativi, mantenendo la Cila ma rendendola più chiara e digitale. Prioritaria anche la semplificazione del processo di autorizzazione sismica, eliminando burocrazie inutili e valorizzando la responsabilità di progettisti, direttori dei lavori e collaudatori.
Riforma dell’edilizia: gli ambiti fiscale e ambientale
In ambito fiscale, l’Associazione apprezza l’intento di allineare le norme tributarie con quelle edilizie e propone di estendere l’accesso agli incentivi anche in presenza di difformità sanabili, già dopo la richiesta di sanatoria. Inoltre, auspica una maggiore stabilità e coerenza nei meccanismi di incentivazione, rendendoli applicabili a contesti più ampi come i condomìni, per amplificarne l’impatto ambientale e sociale.
Sotto il profilo ambientale, l’Ance riconosce il valore strategico dei nuovi disegni di legge orientati alla sostenibilità, ma chiede un migliore coordinamento tra normativa edilizia e disciplina ambientale, soprattutto per quanto riguarda il riuso dei materiali, la gestione delle risorse naturali e le autorizzazioni come VAS, VIA e AIA.
La sfida, conclude l’Associazione, sarà tradurre la delega in un sistema di regole certe, semplici e coerenti, capace di favorire la sostenibilità e trasformare la rigenerazione urbana nel motore della modernizzazione edilizia italiana.
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