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Edilizia: sindacati al tavolo del settore. Cos’è emerso?

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Edilizia: sindacati al tavolo del settore. Cos’è emerso?
Sicurezza, diritti e manodopera al centro del dibattito per rilanciare un settore - l’edilizia - che vale il 22% del PIL e occupa milioni di lavoratori

C'è un settore che muove il 22% del PIL italiano, dà lavoro a 3 milioni di persone e continua a essere il motore silenzioso del Paese. Eppure, l’edilizia è ancora costretta a fare i conti con vecchie criticità, nuove sfide e una politica spesso assente. Ma qualcosa si sta muovendo. Ieri, durante un confronto promosso alla Camera dei Deputati, si è acceso un faro sul futuro della filiera delle costruzioni. Ecco cosa è emerso.
Il sindacato Feneal Uil ha preso parte al tavolo della filiera costruzioni promosso dall’On. Andrea Orlando e dal gruppo parlamentare del Partito Democratico, con la partecipazione di Chiara Braga, capogruppo alla Camera, e dei senatori Michele Fina e Francesco Boccia. L’incontro si è svolto nella Sala Berlinguer della Camera dei Deputati.

Tavolo dell’edilizia: la posizione di Feneal Uil

"Un confronto interessante", ha commentato il Segretario Vito Panzarella, intervenuto per riportare le priorità del sindacato: dalla sicurezza nei cantieri alla questione abitativa, dalla rigenerazione urbana alla direttiva “case green”, fino agli incentivi per le fasce più deboli, al codice degli appalti e molto altro.
Tutti gli interventi hanno messo in evidenza la necessità di una politica industriale pluriennale, capace di guardare avanti con visione e strategia. L’intero comparto dell’edilizia, già colpito da precarietà, dumping contrattuale e dazi internazionali, ha bisogno di risposte concrete.
“Il nostro è un sistema che insegna molto in tema di regolarità - ha sottolineato Panzarella - e che negli anni ha saputo affrontare criticità storiche come la frammentarietà del settore, grazie a strumenti come il DURC e la congruità, diventati modello”.
Il sindacato riconosce la necessità di migliorare il sistema della bilateralità, ma respinge gli attacchi a un modello che qualifica i lavoratori e tutela i loro diritti. Rimane aperto anche il nodo dell’accesso alla professione: “La patente a crediti non ha migliorato la situazione come speravamo, serve una legge vera”, ha spiegato il Segretario, sottolineando anche la necessità di affrontare seriamente la carenza di manodopera.
Una possibile risposta? “La regolarizzazione dei tanti lavoratori stranieri che oggi, pur essendo impiegati nell’edilizia, rischiano di essere rimpatriati”.
Il tavolo ha toccato tutte queste tematiche, proponendo soluzioni che però, per diventare realtà, necessitano di un patto serio con la politica. “Siamo soddisfatti del confronto e auspichiamo che ne seguano altri - ha concluso Panzarella - per aprire una discussione più ampia nel Paese a sostegno di una politica industriale solida, all’altezza dell’importanza strategica del nostro settore”.