Emergenza caldo: come tutelate la salute di chi lavora?

di Marco Zibetti
Quando l’emergenza caldo colpisce, lavorare può diventare pericoloso: ecco i diritti e le misure essenziali per tutelare salute e sicurezza sul lavoro

L’emergenza caldo ha colpito duro il nostro Paese. Le alte temperature non sono solo una questione di disagio, ma un vero fattore di rischio per la sicurezza dei lavoratori. Una storia che si ripete ogni anno.
Secondo i dati, il caldo estremo causa oltre 4.000 infortuni all’anno in Italia, colpendo soprattutto chi lavora in edilizia, agricoltura e logistica. L’ILO stima che il 70% della forza lavoro globale subisca gli effetti negativi del cambiamento climatico: cali di concentrazione, incidenti, perdita di produttività. Ma quando il termometro supera i 35 gradi, i lavoratori hanno diritti precisi che devono essere rispettati.

Quali sono i diritti?

Le imprese possono chiedere la Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO) per temperature superiori ai 35°C percepiti o reali.
I datori di lavoro devono garantire ambienti sicuri, pause regolari (almeno ogni 2 ore), accesso costante ad acqua potabile, abbigliamento leggero e traspirante, oltre a una formazione specifica sui rischi legati al caldo.
È diritto dei lavoratori segnalare condizioni pericolose senza temere conseguenze.

Le misure di prevenzione

Organizzare le attività nelle ore più fresche, creare zone d’ombra, monitorare costantemente lo stato di salute e saper riconoscere i sintomi del colpo di calore: irritabilità, confusione, crampi, nausea, sete intensa, perdita di equilibrio, fino al collasso. In caso di sintomi: fermati, spostati in un luogo fresco, bagnati con acqua fredda, chiama subito il 118.

Attenzione anche alle malattie croniche

Chi soffre di patologie dovrebbe consultare il proprio medico per strategie specifiche. Importante evitare alcol, bere regolarmente e mangiare in modo equilibrato. Anche l’urina chiara e frequente è un buon indicatore di idratazione.

Acqua, la prima difesa

L’idratazione è essenziale. La disidratazione, infatti, aumenta il rischio di colpo di calore. Farmaci, alimentazione scorretta, vestiario inadeguato e ritmi elevati di lavoro possono peggiorare la situazione.
Se nel tuo luogo di lavoro non vengono rispettate le misure di sicurezza, contatta l’RLS o la Fillea Cgil della tua zona. La salute viene prima di tutto.


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