In Italia e' in forte crescita il ricorso all' eolico e al fotovoltaico, ma il paese deve ancora lavorare molto su settori come il solare termico e la biomassa, dove e' ancora in ritardo rispetto agli altri paesi Ue. E' quanto emerge dal Rapporto Fonti Rinnovabili 2010 dell'Enea, presentato in Confindustria.
Nel nostro paese - si legge nel rapporto - grazie anche all'elevata remunerazione del sistema incentivante, alcune fonti hanno raggiunto sviluppi molto incoraggianti. Nel settore fotovoltaico la nuova capacita' installata nel solo 2009 (574 MWp) e' stata largamente superiore a quella cumulata complessivamente fino all'anno precedente (458 MWp), facendo superare la soglia di 1 GWp.
Quanto all'eolico, l'Italia risulta il terzo paese in Europa nel 2009, sia per nuova potenzainstallata (1.113 MW) che per potenza cumulata (4.850 MW). La strada da percorrere, avverte l'Enea, e' pero' ancora lunga. Sussiste infatti ancora un notevole ritardo in altri settori delle rinnovabili, in particolare nei settori del solare termico e della biomassa, in cui l'Italia e' ancora ben lontana dallo sfruttare il potenziale disponibile.
Un caso eclatante e' costituito dal solare termico, in cui l'Italia e' posizionata al quattordicesimo posto tra i paesi UE, con una potenza installata di 23,4 kWth ogni 1.000 abitanti rispetto ai 362 kWth dell'Austria. Come prospettato negli scenari dell'Enea, il raggiungimento degli obiettivi assunti in ambito comunitario (17% di energia da rinnovabili sul totale dei consumi finali) implica una forte diffusione delle tecnologie esistenti e l'introduzione accelerata di quelle ancora in fase di sviluppo.
Uno scenario di accelerazione verso uno sviluppo delle tecnologie low-carbon segnera' un cambiamento di rotta in direzione di uno sviluppo piu' sostenibile del nostro sistema energetico e potra' costituire un'opportunita' per una piu' rapida uscita dalla crisi economica in corso.
Nello scenario Enea di "accelerazione tecnologica" il ricorso all'efficienza energetica e alle rinnovabili consentira' nel lungo periodo (2040) di dimezzare le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2005 e, gia' nel medio periodo (2020), quasi un quarto dell'abbattimento totale sara' possibile grazie alle rinnovabili, principalmente biocombustibili e rinnovabili elettriche.