Esercitazioni di diploma 2010: L’Accademia di Mendrisio sceglie Varese

Professione di Marco Zibetti
L’importante iniziativa è stata resa possibile grazie al contributo dell’Associazione degli Edili, degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri e del Comune di Varese.


L’Accademia di Mendrisio ha scelto Varese per le esercitazioni di diploma 2010, dapprima dando corso ad una serie di conferenze, poi sviluppando i progetti di laurea ed infine portando in mostra gli stessi a Villa Baragiola.

In ciascuna delle occasioni correlate all’evento si è sottolineato da più parti l’interesse a che, questa iniziativa, potesse promuovere un rinnovato dibattito sul futuro della città.

Il contributo entusiasta e fresco di giovani studenti, la guida di celebri architetti di fama mondiale attorno a vecchi e nuovi temi urbani si sono offerti come occasione per portare nuova linfa ad ipotesi apparentemente consolidate.
  
Confidando in questa opportunità gli Ordini professionali degli Architetti, degli Ingegneri e l’Associazione degli Edili hanno reso finanziariamente possibile l’iniziativa, il Comune di Varese ha dato il suo supporto tecnico e documentale, altri soggetti pubblici e privati hanno contribuito attraverso patrocini o sponsorizzazioni.

Si è giunti, infine, all’attuale mostra che, illustrando alla città il contributo di idee può, a sua volta, fungere da trampolino per iniziative, commenti, considerazioni.

Il lavoro fin qui svolto è testimone di un importante e riuscito sforzo organizzativo che riafferma la proverbiale efficienza elvetica (che, sappiamo, essere stata validamente coordinata da nostri concittadini). L’Accademia ha terminato, tra dovuti applausi e ringraziamenti, il suo compito formativo ed educativo. Gli studenti hanno conseguito un meritato Diploma con un encomiabile impegno lavorativo che ci ha tra l’altro restituito uno straordinario modello tridimensionale del territorio varesino che, auspichiamo, possa rimanere in dote alla città.

Da questa esperienza si possono ricavare alcune considerazioni.

La prima è che l’architettura si offre a tante declinazioni possibili. Un’architettura di qualità, sia essa storica o contemporanea, ci potrà sorprendere o affascinare proprio perché mai univoca e prevedibile. Gli studenti dell’Accademia ci confermano che l’architettura è una risorsa ricca di opportunità ed interesse e che troppo spesso le nostre città sono appiattite su soluzioni banali ed immotivate.

Ciò nonostante la progettazione non è un fatto artistico arbitrario; l’architettura risponde a bisogni primari (la dimora individuale) e sociali (infrastrutture, spazi educativi, sociali, culturali, ecc).

Il progetto é frutto di competenze tecniche che evolvono con il progredire della tecnologia, mira a dare qualità di forma e di luce agli spazi funzionali ma, ancor prima, risponde ad obbiettivi e scelte strategiche utili al contesto cui si riferisce. 

Il sistema città è sicuramente l’organismo più complesso per il quale architettura ed urbanistica siano chiamate in causa.

Non esiste ragione d’essere, per un manufatto architettonico, se non nella capacità di fornire risposte o prospettive al sistema  urbano.

I progetti dell’Accademia possono essere utili, per la nostra città e per il suo futuro, nella misura in cui sanno offrire una nuova chiave interpretativa rispetto agli scenari che, già da anni, sono oggetto di dibattito.

A prima vista, gli esercizi svolti dagli studenti sotto la ferma guida  dei docenti di riferimento (ben riconoscibili nello stile emergente dai singoli lavori accademici), sembrano assumere appieno gli stessi orientamenti strategici cui la città è da anni orientata.

Se da un lato questa condivisione pare lusinghiera, almeno per quanto attiene gli indirizzi relativi alle principali aree di trasformazione urbana, dall’altro dispiace che dall’irripetibile opportunità di un microscopio universitario non sia uscita una diversa e stimolante proposta con cui potersi confrontare.

Forse questa analisi è prematura, certamente saranno utili una lettura ed un confronto più approfonditi sui progetti sviluppati, l’importante è suscitare nuova attenzione gettando sassi nello stagno prima che si prosciughi.




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