Firmato il Decreto per il Quarto Conto Energia, divise le associazioni

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
Il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane di Confindustria ANIE esprime soddisfazione, mentre Assosolare vede nel nuovo sistema un attacco alla democrazia del settore energetico


Il IV Conto Energia esaminato nel Consiglio dei Ministri è stato firmato nella giornata di giovedì dai Ministri dello Sviluppo Economico, Paolo Romani e dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: il mercato ha quindi la possibilità di ripartire.

Il testo, come spiega il Ministero dello Sviluppo Economico, elimina ogni limite alla produzione con un nuovo sistema di regolazione automatica del livello degli incentivi in relazione alla potenza installata che entrerà a regime a partire dal 2013. Nel periodo transitorio è previsto un decalage progressivo necessario per allineare il nostro Paese ai livelli comunitari e la salvaguardia degli investimenti in corso. Inoltre un tetto di spesa massima e un registro tenuto dal Gse solo sui grandi impianti (superiori a 1 mw su tetto e 200kw a terra), consentiranno di limitare i fenomeni speculativi.

La tariffa percepita viene determinata dal momento dell'entrata in esercizio dell'impianto, con la garanzia del rispetto dell’iter di connessione da parte del gestore di rete, in conformità con i tempi e le relativi sanzioni previste dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Con questo nuovo sistema si prevede di raggiungere la grid parity – e cioè la competitività della tecnologia - già al 2017.

Il testo condiviso e approvato ha incontrato pareri contrastanti. Ampiamente positivo è quello di ANIE/GIFI, secondo cui il decreto garantisce un futuro importante e sostenibile all’intero settore, fornendo i presupposti per uno sviluppo industriale di medio lungo periodo.

Rispetto alle ipotesi di partenza e alle molteplici versioni circolate, sono stati raggiunti obbiettivi importanti e migliorativi per il mercato: l'innalzamento della potenza incentivabile da 8.000 MW a 23.000 MW è sicuramente uno degli elementi più positivi del decreto, così come l’innalzamento sino a 1.000 kW per gli impianti su edificio che resteranno fuori dal registro, oltre ad altri molteplici meccanismi premianti.

E’un momento storico - interviene Valerio Natalizia Presidente di ANIE/GIFI -. Finalmente è stato firmato il decreto che permette all’intero comparto di ripartire e pianificare i prossimi 5 anni di attività. GIFI/ANIE è orgogliosa di aver contribuito in maniera sostanziale alla stesura del testo definitivo. La politica del dialogo portata avanti dalla nostra associazione ci ha permesso di portare dei correttivi fondamentali che hanno portato all’approvazione di un testo che garantisce lo sviluppo del mercato".

E’ un passo importante anche per l’intera filiera nazionale delle tecnologie elettromeccaniche  – interviene Claudio Andrea Gemme Presidente di ANIE Energia -. I Ministeri hanno preso atto che il comparto fotovoltaico rappresenta un importantissima realtà e un motore di sviluppo per il paese. L’obiettivo di 23 GWp di potenza installabili contribuirà in maniera sostanziale al conseguimento degli obiettivi definiti per il 2020 e alla maggiore indipendenza dall’approvvigionamento energetico dall’estero.

L’esperienza degli ultimi due mesi legata al blocco improvviso e inatteso del mercato fotovoltaico in Italia è certamente un’esperienza che invita tutti noi a riflettere – ha proseguito Gemme - Le forti reazioni conseguenti hanno mostrato innanzitutto il vigore di questo comparto e il fondamentale contributo che nei prossimi anni potrà ricoprire per la crescita del nostro Paese”.

Di tutt’altro tenore è la reazione di Assosolare, secondo cui il nuovo sistema di incentivi per il comparto del fotovoltaico costituisce un attacco alla democrazia nel settore energetico: grazie al terzo conto energia è nata infatti una miriade di singoli piccoli produttori, ossia una pluralità di potenziali concorrenti delle grandi centrali tradizionali, concorrenti potenziali ora a serio rischio di sopravvivenza.

L’energia prodotta dalle piccole centrali fotovoltaiche, sostiene Assosolare, avrebbe potuto ridurre e stabilizzare il prezzo dell’energia, oggi ancora fortemente dipendente dalla variabilità del prezzo delle fonti tradizionali legate anche all’instabilità geopolitica dei Paesi produttori. Non si capisce come si sia deciso di colpire questo settore prima ancora di aver definito una politica energetica italiana e considerando che una giusta strategia di modulazione del mix energetico e di crescita dell’autonomia del Paese in questo senso non può prescindere dal sostegno del comparto fotovoltaico, anche alla luce dei recenti avvenimenti in Giappone e Medio Oriente.

Il Decreto ha sancito la retroattività di fatto del regime degli incentivi, inimmaginabile secondo l'associazione per un Paese che ha segnato la storia del diritto europeo e che ambisce a restare una tra le maggiori potenze industriali al mondo. Le aziende che avevano investito sulla base di un regime tariffario appena entrato in vigore e di durata triennale si sono trovate a marzo, a soli due mesi di distanza dall’entrata in vigore, a veder disconosciuti quegli stessi diritti a partire dal 1 Giugno.

Impianti i cui tempi di realizzazione e connessione, autorizzazione inclusa, possono avere durata pluriennale. Se da un canto il decreto tutela i piccoli impianti, pur disconoscendo anche per questi i diritti acquisiti, l’introduzione del registro risulta farraginosa e di difficile comprensione a tal punto da scoraggiare le imprese con un core business focalizzato sui medi e grandi impianti.

Ancora una volta Assosolare ricorda che il Governo si è mosso ignorando i pareri non solo degli operatori industriali direttamente coinvolti, ma anche della comunità finanziaria, del Parlamento  - all’unanimità coeso sul tema delle rinnovabili come dimostrato dalle mozioni presentate e approvate -, della Comunità Europea e da ultimo delle stesse Regioni.

Download:
Decreto Rinnovabili


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